Trasversale Orte-Civitavecchia, «cantiere poco sicuro»: la denuncia di Cgil, Cisl e Uil

Il cantiere della Trasversale
“Se l’azienda non si metterà in regola, ci rivolgeremo all’Ispettorato del lavoro”. Cantiere della Trasversale, i sindacati sul piede di guerra....

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“Se l’azienda non si metterà in regola, ci rivolgeremo all’Ispettorato del lavoro”. Cantiere della Trasversale, i sindacati sul piede di guerra. Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil compatti nel denunciare quanto sta accadendo nell’esecuzione del più grande appalto pubblico nel Viterbese. Il completamento del tratto della Orte-Civitavecchia compreso tra Cinelli e Monte Romano est procede a passo spedito. “Ma la velocità nell’eseguire i lavori – gridano in coro – non può essere assicurata a discapito della sicurezza e dell’incolumità dei lavoratori”. Martedì mattina i rappresentanti delle tre sigle (Carlo Proietti, Marco Fazioli e Francesco Palese) sono attesi in Prefettura per la cabina di regia sul completamento dell’arteria, a seguito di un protocollo sulla legalità firmato il 27 aprile. In quell’occasione ci saranno anche i rappresentanti dell’Ati che sta eseguendo i lavori, ovvero l’associazione temporanea di imprese costituita dalle società Donati, Ircop, Salc, e Dema Costruzioni. E se non otterranno risposte concrete, i sindacati chiameranno gli ispettori.


Parecchi i nodi sollevati. Innanzitutto, il mancato rispetto dell’accordo siglato nei mesi scorsi per l’impiego di manodopera locale. “Su 120 lavoratori presenti, appena una manciata - denuncia Proietti - sono locali”. Ma oltre a questioni di opportunità, ci sono anche quelle di sostanza. “Non viene rispettato il contratto nazionale di lavoro perché – continua il segretario della Fillea – alcune aziende non applicano il contratto degli edili ma altri meno onerosi, non versano alla Cassa edile di Viterbo e facendoli lavorare anche 12 ore al giorno”. C’è, poi, il problema di sicurezza e di igiene. “La mensa sbandierata dall’azienda è in realtà – continua – un locale senza cucina: gli operai mangiano in mezzo alla terra e i bagni chimici sono insufficienti”.


Quindi, il boicottaggio dell’assemblea indetta nei giorni scorsi. “Dopo vari rinvii dettati da esigenze di cantiere – racconta Palese – siamo riusciti a ottenere dall’azienda una data per incontrare i lavoratori e raccogliere le loro testimonianze. Peccato che alla riunione non si sia presentato nessuno perché le imprese subappaltatrici non avevano avvertito i dipendenti oppure, non bloccando i lavori, non avevano dato loro modo di partecipare”. Infine, Fazioli rincara sul nodo sicurezza: “Un paio di volte alla settimana andiamo a incontrare le maestranze e di problemi ce ne sono. Lavorano il sabato e la domenica senza soste e non sappiamo - denuncia - se vengano sempre forniti delle necessarie protezioni individuali come l’elmetto, le scarpe antinfortunistiche e i guanti”. Per essere un appalto pubblico, niente male. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero