Torna anche nella Tuscia l'emergenza migranti: la Prefettura cerca altri 400 posti. Già 600 le presenze

Torna anche nella Tuscia l'emergenza migranti: la Prefettura cerca altri 400 posti. Già 600 le presenze
È da tempo che di emergenza migranti nella Tuscia non si parla più. Eppure, i numeri si stanno per avvicinare a quelli registrati in provincia cinque anni fa. Al...

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È da tempo che di emergenza migranti nella Tuscia non si parla più. Eppure, i numeri si stanno per avvicinare a quelli registrati in provincia cinque anni fa. Al momento, nelle strutture accreditate sul territorio dalla Prefettura di Viterbo sono presenti circa 600 ospiti. Ma l’ufficio territoriale del Governo ha lanciato un avviso pubblico per reperire altri 400 posti. Le previsioni per i prossimi mesi parlano infatti di un vertiginoso aumento dell’afflusso di stranieri richiedenti protezione internazionale verso l’Italia e che, a cascata, saranno inviati nelle diverse province. In ballo ci sono circa 5 milioni di euro. Ma la difficoltà sta nel trovare operatori in grado di ospitare i profughi in arrivo.

Stando a questi numeri a breve le presenze di stranieri richiedenti asilo nel Viterbese torneranno intorno al migliaio. Con una differenza sostanziale però rispetto al 2018 (quando si registrarono dati simili): allora erano una quindicina i gestori delle strutture, mentre ora sono rimasti tre. Ad occuparsi dell’accoglienza nelle diverse tipologie di centri previsti dai bandi del ministero dell’Interno (singole unità abitative; strutture collettive fino a 50 posti e tra i 51 e i 100) al momento in provincia risultano la Ospita srl, Alicenova e Di Mari. La riduzione delle tariffe corrisposte, l'irregolarità dei flussi, una legislazione mutevole e una rendicontazione sempre più rigida, la necessità di fornire servizi con staff multidisciplinari hanno contribuito a ridurre drasticamente il numero degli operatori economici in grado di partecipare ai bandi.

La dimostrazione sta anche nell’ultimo avviso lanciato dalla Prefettura. Il bando in essere scade a novembre. Ma i posti previsti nel disciplinare – di fronte all’onda d’urto dei continui sbarchi – si stanno rivelando insufficienti: “Sono in via di esaurimento”, come si legge nel documento prefettizio. Da qui la necessità dell’avviso pubblico esplorativo lanciato il 27 febbraio. La data iniziale di scadenza era il 13 marco ma visto che “sono pervenute richieste che non soddisfano, al momento, il presumibile fabbisogno totale dei 400 posti richiesti", la Prefettura ha prorogato i termini per rispondere al 31 marzo.

Tre le tipologie di Cas, centri straordinari di accoglienza, ricercate: 100 posti in singole unità abitative con organizzazione dei servizi in rete; 200 posti in centri con capacità ricettiva fino a 50 posti: 100 in strutture che possano ospitare tra i 51 e i 100 profughi. Posti che “saranno destinati a garantire servizi di accoglienza per una durata stimabile dal 15 aprile al 30 novembre 2023, data in cui andrà in scadenza la procedura già in essere indetta per il biennio 2021-2023”.

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Il Messaggero