Timbrano e tornano a casa, guardie mediche a giudizio

Carabinieri
Furbetti del cartellino alla guardia medica di Vetralla, al via il processo per assenteismo. Imputati quattro medici della Asl di Viterbo, due uomini e due donne, imputati di...

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Furbetti del cartellino alla guardia medica di Vetralla, al via il processo per assenteismo. Imputati quattro medici della Asl di Viterbo, due uomini e due donne, imputati di truffa aggravata in danno dello Stato, rifiuto e omissione di atti d'ufficio. L'inchiesta dei Nas, coordinata dalla Procura di Viterbo, iniziò giugno 2017 dopo una serie di segnalazioni partite da alcuni colleghi, che avevano notato persistenti assenze dei dottori del servizio di guardia medica.

I carabinieri durante l'indagine documentarono che i medici si presentavano sul luogo di lavoro in ritardo e smontavano con ampio anticipo. Altre volte, durante l'orario di servizio, si allontanavano dalla postazione per svolgere incombenze di natura privata e personale. E, come accertato per uno degli indagati, per esercitare la professione medica nel proprio studio privato. È stato anche riscontrato che i medici, in molteplici circostanze durante l'orario di servizio, anziché presidiare la postazione per prestare la dovuta assistenza all'utenza, rimanevano presso il proprio domicilio. E questo lasciando affisso sulla porta della guardia medica un cartello con il numero di reperibilità, deviando sulle proprie utenze le richieste telefoniche in arrivo alla postazione.

In alcuni casi la postazione rimase sguarnita per gran parte del turno, lasciando pazienti con patologie gravi senza la dovuta assistenza medica. A raccontare in aula, davanti al collegio del Tribunale di Viterbo, la genesi dell’inchiesta il comandante del Nucleo antisofisticazione che a maggio 2017 iniziò gli accertamenti. «Per riscontrare la fondatezza delle informazioni che avevamo ricevuto a maggio del 2017 abbiamo iniziato degli appostamenti nel complesso di San Francesco a Vetralla, dove c’era il presidio di medicina di continuità - ha spiegato il luogotenente dei Nas -, e alla luce degli elementi acquisiti poco poco abbiamo istallato le telecamere. Quello che abbiamo accertato, anche facendo incroci con celle gps e tabulati telefonici, è che i 4 imputati non erano sempre presenti sul posto di lavoro. Erano a casa, negli studi privati e uno in un agriturismo della zona. Alcuni arrivavano in ritardo e uscivano prima. Per accertare tutto questo abbiamo anche acquisito il registro degli interventi e quello delle presenze. Tra l’altro per poter rispondere alle chiamate i medici avevano avviato il trasferimento di chiamata». I quattro imputati sono tutti medici di lungo corso che al termine dell’indagine vennero sospesi dal servizio attivo. Secondo la difesa dei medici il posto di lavoro, indicato nelle indagini, non erano idoneo per le visite. All’interno non sarebbe stato presente nemmeno un lettino per le visite. I dottori avrebbero assistito i pazienti a domicilio facendosi raggiungere telefonicamente sul cellulare, tramite trasferimento di chiamata. Alla prossima udienza testimonieranno altri due carabinieri dei Nas che hanno eseguito accertamenti specifici e gli appostamenti sotto casa degli imputati. 
Si torna in aula il 25 febbraio del 2025.
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Il Messaggero