Terme Paliano, dubbi se andare avanti. Belli: «Delusi dalla mancata approvazione del progetto»

Terme Paliano, dubbi se andare avanti. Belli: «Delusi dalla mancata approvazione del progetto»
Terme del Paliano, servono i supplementari. Non solo a palazzo dei Priori, dopo che la pratica in consiglio comunale non è stata votata per l’ennesima volta: anche i...

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Terme del Paliano, servono i supplementari. Non solo a palazzo dei Priori, dopo che la pratica in consiglio comunale non è stata votata per l’ennesima volta: anche i soci della Free Time non hanno deciso se proseguire o meno con la realizzazione dello stabilimento. Un po’ come accade in aula, non c’è la maggioranza. La riunione dei soci, tra favorevoli e contrari, è finita infatti 5 a 5.


«Siamo amareggiati, ma non tanto per quel 10 per cento di cubatura residenziale in meno»: Domenico Belli della Free Time rompe il silenzio, anche per spiegare come avrebbero gradito che si chiudesse l’ultimo consiglio. «Ciò che i soci non hanno digerito – dice – è stata la mancata approvazione del progetto dopo quella degli emendamenti. Potevano votarlo dando mandato al dirigente di modificare le tavole. Invece così tra due mesi stiamo ancora a combattere».

Con gli emendamenti proposti da Francesco Serra (Pd) e votati dalla maggioranza, la cubatura termale aumenta da 54.600 a 62.400, mentre la residenziale diminuisce da 23.400 a 15.600 circa. Dalle parti della società si respira aria di ostracismo, se non di vero e proprio tiro al piccione. Anche se non per questo aspetto. «Da piano regolatore abbiamo 160 mila metri cubi, con il progetto attuale ne abbiamo presentati solo 78 mila: il problema non è dunque la cubatura. Dopo aver discusso in commissioni e consigli, ora bisogna aspettare la seduta del 27, la comunicazione scritta sulle modifiche, poi vanno viste le tavole, quindi vanno modificate: un dibattito così non ci sarebbe stato neanche se avessero dovuto riesumare la centrale nucleare di Montalto di Castro».


Non è cosa semplice, adeguarsi ai nuovi dettami. «Ci cambiano gli standard, il verde e i parcheggi: varia tutto – continua Belli – a seconda della destinazione d’uso. Per sistemare il progetto ci vuole tempo. E tanti soldi. Abbiamo già investito 10 milioni, con la firma della convenzione ce ne vorranno almeno 3 o 4 per la polizza fidejussoria». Per ora restano «disappunto e perplessità» in tutti e dieci i soci. Volontà di andare avanti invece al 50 per cento. «E pensare che in commissione il progetto lo avevano approvato, e pure senza modifiche. Poi sono usciti fuori gli emendamenti all’ultimo minuto. Il nostro rammarico è dover ricominciare tutta la processione». Sperando che poi, una volta finiti i supplementari, non servano anche i rigori. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero