Le terme nella campagna elettorale: duello tra pubblico e privato

Le terme nella campagna elettorale: duello tra pubblico e privato
Viterbo città termale, un discorso che si sente da decenni. E puntualissimo rispunta più o meno in evidenza nei programmi elettorali di varie forze politiche, con...

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Viterbo città termale, un discorso che si sente da decenni. E puntualissimo rispunta più o meno in evidenza nei programmi elettorali di varie forze politiche, con focus particolare sulle disastrate ex terme Inps.


Il percorso sul tema di Luisa Ciambella (Pd) comincia dal lavoro portato avanti negli ultimi cinque anni di amministrazione, ovvero dal bando per lo stabilimento dei lavoratori. Vuole portare a termine la procedura, in quanto «fondamentale scrive nel programma proprio per lo sviluppo di Viterbo città termale». Ma intende anche «realizzare la revisione del piano agricolo termale, da trasformare in strumento urbanistico».

Occhio anche agli altri siti, compresi quelli non a pagamento: c'è l'intenzione di favorire lo sviluppo di nuove attività e migliorare la fruibilità di quelli già esistenti, «portando a compimento i servizi di accoglienza nelle terme libere».

Restando a sinistra, Paola Celletti (Lavoro e beni comuni) però ha una visione opposta: predisposizione del bando sì, ma le ex Inps devono ripartire «attraverso una gestione pubblica - si legge - o quantomeno ad azionariato diffuso, con il ripristino della portata d'acqua sottratta abusivamente». I 70 litri di acqua termale disponibili vanno distribuiti tra più operatori, rimarca la leader di Lbc.
Inoltre occorre salvaguardare il termalismo «già in uso da parte di associazioni di cittadini», quindi tutti pubblico e privato dovranno prevedere tariffe agevolate per i residenti.

Claudio Taglia (Casapound) parte dall'acqua che oggi va dispersa: «Va messa in sicurezza attraverso un bando che preveda la realizzazione giardini termali, finalizzati alla diversificazione dell'offerta, sul modello dell'isola di Ischia». E se si tratta di terreni di privati che non vogliono prendere parte al bando, «sarà comunque necessario prevedere interventi atti a evitare la dispersione».
Sulle ex terme Inps poi, Casapound intende «riservare lo sfruttamento per l'esclusivo sviluppo di politiche termali e wellness, per mantenerne la specificità terapeutica ed

evitare che la cubatura sia soltanto uno strumento per la realizzazione di un polo alberghiero nella disponibilità del monopolista». Ovvero le vicine Terme dei Papi di Sensi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero