Tentato omicidio in carcere, il 33enne si difende: «Non sono stato io ad accoltellarlo»

Carabinieri
«Non sono stato io ad accoltellarlo». Il 33enne viterbese arrestato sabato notte con l’accusa di tentato omicidio si difende. Ieri mattina la convalida in...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

«Non sono stato io ad accoltellarlo». Il 33enne viterbese arrestato sabato notte con l’accusa di tentato omicidio si difende. Ieri mattina la convalida in carcere davanti al gip Savina Poli. L’indagato, assistito dall’avvocato Simona Mancini, si è mostrato collaborativo fornendo la sua versione dei fatti.

Nella notte tra sabato e domenica nel centralissimo viale Trento sarebbe scoppiata una violenta lite, probabilmente per futili motivi. Secondo una prima ricostruzione il 33enne viterbese avrebbe litigato con un 32enne ivoriano finito in ospedale con ferite da taglio. A dare l’allarme alcuni passanti che avrebbero assistito all’accoltellamento e avrebbero visto la vittima a terra in una pozza di sangue. L’ivoriano sarebbe stato colpito due volte, una all’addome e una al braccio. Al momento è ancora ricoverato ma non sarebbe in pericolo di vita.

Sul posto i carabinieri del Norm della compagnia di Viterbo che hanno avviato le indagini e fermato il 33enne viterbese poche ore dopo l’accoltellamento. «Ero in viale Trento per comprare del tabacco al distributore - avrebbe detto l’indagato al giudice - mi sono avvicinato al gruppo di africani che sta sempre lì per chiedere se avevano da cambiare i soldi». Vittima e indagato sarebbero state vecchie conoscenze. «Sapevo chi erano, c’erano già stati problemi con loro. Ma non ho iniziato io a litigare. Cercavo solo di compare del tabacco al distributore».

Nella versione fornita al gip Poli dall’indagato non ci sarebbe stata la lite con una sola persona, gli africani sarebbero stati almeno in 4. E sopratutto il coltello, che sembrerebbe spuntato dal nulla, non era il suo. «Non avevo un coltello - ha ribadito - e sopratutto non l’ho usato io. Mi sono solo difeso dopo essere stato aggredito».

Il 33enne avrebbe anche dei segni visibili sul corpo, segni della colluttazione. Motivo per cui l’avvocato Mancini ha chiesto di non applicare misure al suo assistito. L’indagine, coordinata dal pm Massimiliano Siddi, è ancora in corso per accertare cosa sia realmente accaduto tra le 2 e le 3 della notte tra sabato e domenica scorsa. Il gip al termine dell’interrogatorio ha convalidato l'arresto dispondendo la custodia in carcere.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero