L'ennesimo tentativo della tartaruga “caretta caretta” di nidificare sulla spiaggia: una task force per far schiudere le uova

L'ennesimo tentativo della tartaruga “caretta caretta” di nidificare sulla spiaggia: una task force per far schiudere le uova
Passeggiano di notte sulla spiaggia e trovano una tartaruga di grosse dimensioni della specie Caretta Caretta, che aveva nidificato a pochi metri dalla riva. E’ successo...

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Passeggiano di notte sulla spiaggia e trovano una tartaruga di grosse dimensioni della specie Caretta Caretta, che aveva nidificato a pochi metri dalla riva. E’ successo nella notte tra martedì e mercoledì a Montalto, sulla spiaggia antistante lo stabilimento balneare del California camping Village, dove il grosso esemplare ha fatto una buca di una profondità di 80 centimetri depositando ben 90 uova.


L’evento è stato subito segnalato alla Guardia costiera della delegazione di Montalto che, coordinata dalla Capitaneria di porto di Civitavecchia, ha allertato Tartalazio per l’affidamento e la gestione del caso. Sul posto anche il personale di Sea Shepherd di Napoli e di Tartamare della regione Toscana (enti specializzati alla tutela e al recupero delle specie di animali marini), che hanno iniziato le operazioni di messa in sicurezza delle uova.

La tartaruga mamma, all’arrivo del personale specializzato, aveva già preso il largo lasciando gli ovuli ben protetti sotto la sabbia. «Generalmente la Caretta Caretta – dice Luca Marini, responsabile di Tartalazio – nidifica nel sud Italia, ma è già qualche anno che questa specie depone le uova verso nord. Negli ultimi tre anni abbiamo registrato due casi di nidificazione nel Lazio, e tutti e due non sono andati a buon fine. Questa volta speriamo di che vada per il meglio, infatti stiamo provando a fare tutto il necessario».

Poiché La tartaruga ha deposto le uova troppo vicino al mare, «con il rischio che una mareggiata possa rovinare il nido – aggiunge Marini - stiamo spostando tutto verso l’interno e in sicurezza». Il delicatissimo lavoro degli esperti consiste nel realizzare un nuovo nido della stessa profondità, ma - cosa più importante - mantenerlo a una temperatura ideale che possa permettere di conservare le uova in attesa della schiusa.


«Ora il nuovo nido – conclude il responsabile di Tartalazio – lo terremo sotto controllo per tutto il tempo che ci vorrà per la schiusa, che abbiamo calcolato avverrà nella seconda metà di agosto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero