«Paga o rivelo l'adulterio»: condannata per estorsione

«Paga o rivelo l'adulterio»: condannata per estorsione
È finito con una condanna a tre anni e otto mesi di reclusione e mille euro di multa il percorso giudiziario di una donna di 43 anni di Roma, che nel luglio del 2019 venne...

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È finito con una condanna a tre anni e otto mesi di reclusione e mille euro di multa il percorso giudiziario di una donna di 43 anni di Roma, che nel luglio del 2019 venne accusata di estorsione ai danni di un noto imprenditore di Tarquinia.


Il Tribunale di Civitavecchia, a seguito di giudizio abbreviato, ha emesso la sentenza.
Come si ricorderà, il caso fece scalpore nella cittadina del litorale. L'imprenditore, infatti, dopo che in un primo momento aveva ceduto al ricatto, a fronte di richieste di somme di denaro sempre più consistenti da parte della donna (che pare avesse avuto legami con alcuni ambienti incriminati della Capitale), ebbe la forza di reagire denunciando tutto al commissariato di polizia di piazza Trento e Trieste. La donna aveva tentato di arricchirsi con la minaccia di svelare tutti i segreti di cui era a conoscenza, in merito ad una relazione extraconiugale che l'imprenditore aveva con un'altra donna, naturalmente a insaputa della moglie. Un ricatto che all'uomo sarebbe costato in totale 30mila euro in cambio del silenzio. All'inizio l'imprenditore ha ceduto, per evitare problemi in famiglia. Ma quando ha capito che ormai la vicenda gli era sfuggita di mano e la ricattatrice non si sarebbe mai accontentata, ha chiesto aiuto.
Gli agenti della polizia di Stato accolsero la denuncia dell'imprenditore organizzando, con il supporto della Procura della Repubblica di Civitavecchia competente per territorio, una consegna controllata del denaro. Una operazione che prevedeva la consegna della somma di 500 euro da cedere all'appuntamento che la vittima aveva con i suoi aguzzini al lido di Tarquinia. «La consegna controllata - spiegano in Questura - è infatti una tecnica investigativa che consente di seguire, a vista, il flusso di danaro ovvero qualsiasi provento di reato, al fine ultimo di provare la reale esistenza e sviluppo dell'attività delittuosa attraverso la consumazione della stessa che avviene appunto in maniera controllata».
Grazie alla trappola tesa dagli investigatori, la presunta ricattatrice e uno suo complice furono colti sul fatto e bloccati. Ora l'iter giudiziario si è concluso e la donna, appunto, è stata condannata per il reato di estorsione.

Immediato dunque l'intervento degli agenti della Polizia di Stato, che bloccarono la donna e un suo complice.
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Il Messaggero