Fotovoltaico, Tarquinia contro la Regione Lazio: «Ennesima violenza al nostro territorio. Ricorso al Tar»

Fotovoltaico, Tarquinia contro la Regione Lazio: «Ennesima violenza al nostro territorio. Ricorso al Tar»
«Prima la centrale a carbone, poi il termovalorizzatore, adesso un mega impianto fotovoltaico. Tarquinia è sotto attacco ma continuerà la sua battaglia per la...

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«Prima la centrale a carbone, poi il termovalorizzatore, adesso un mega impianto fotovoltaico. Tarquinia è sotto attacco ma continuerà la sua battaglia per la difesa del territorio, per questo ho già dato mandato per far partire la pratica di ricorso al Tar».


Il sindaco Sandro Giulivi non ci ha pensato troppo e, contro la centrale da 170,11 megawatt nell’area di Pian d’Arcione che ha ricevuto il disco verde dalla Regione Lazio una settimana fa, è tornato a battere i pugni sul tavolo. «A Roma dimostrano ancora una volta di non tenere conto di quella che è la vocazione del territorio: agricoltura, turismo, cultura – spiega Giulivi –. Parlano di green economy e tutela ambientale, poi certe zone restano ai margini e finiscono sotto la scure».

Focus della questione, lo sfruttamento del suolo. La paura: quella di vedere snaturati e compromessi, in un futuro non troppo lontano, ettari di campagna. Pronte a schierarsi le associazioni ambientaliste. «Non diciamo no a priori a una tecnologica che anzi è da preferire per il minore impatto che ha sull’ambiente rispetto a altre – spiega Silvano Olmi, presidente regionale di Fare Verde –. Ma il sistema va regolamentato perché, altrimenti, i valori rischiano di rovesciarsi. Da tre anni ripetiamo che la Tuscia è terra di conquista ma finora nessuno ci ha ascoltato».

Ma non basta. Giulivi chiama a raccolta anche il sindaco di Tuscania, Fabio Bartolacci: «È un’area di confine. Se vogliono unirsi le porte sono aperte: perché prima che una battaglia politica è quella di un’area». Tuscania che lo scorso giugno aveva assistito allo stop della centrale di Pian di Vico con una decisione del Consiglio dei Ministri per “rilevanti e insanabili le illegittimità riscontrate”, in accoglimento del ricorso presentato dal Mibac.

Illegittimità legate da una parte all’interesse archeologico del luogo, dall’altra al piano energetico regionale (Per) del Lazio che, nei suoi obiettivi strategici ha “la riduzione al minimo del consumo del suolo, il riutilizzo di aree degradate, il rispetto del contesto ambientale, storico, naturalistico, nonché – per il fotovoltaico – l’ubicazione su edifici (non in centri storici) e in aree produttive”.


In attesa di Tuscania, non resta a guardare il vice sindaco di Montalto, Luca Benni. Qui la Regione ha sbloccato negli stessi giorni un campo fotovoltaico in zona Galeotti Ponton di 68,5 ettari. «Siamo tre le aree maggiormente interessate dal fotovoltaico – spiega -e noi non chiudiamo le porte a nessuno, ma ci saranno nuove linee guida. A ottobre approveremo un ordinamento che individuerà aree dove sarà possibile costruire le centrali e altre no. Diversamente da come accade ora, il parere del Comune sarà vincolante». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero