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Tipologia e geolocalizzazione, smart working e pandemia cambiano il volto del mercato immobiliare. Cala l’appeal delle città sale quello delle zone periferiche. Nella Tuscia il caso più significativo a Tarquinia lido. Da maggio in aumento del 15% le trattative per le vendite. In salita anche le richieste di affitto per i mesi invernali. Identica la domanda: ampi spazi e giardino, anche di metratura limitata, esterno.
Molti, poi, i proprietari di seconde case che dall’hinterland romano, come da altre regioni d’Italia, hanno scelto di trasferirsi sul litorale almeno fino a emergenza finita. Alcuni sono arrivati alle prime avvisaglie della seconda ondata. Altri hanno deciso di fermarsi dall’estate. «La stagione è stata molto più lunga – spiega con un mezzo sorriso Emiliano Mariani, titolare di una agenzia al lido - Le richieste sono continuate per i mesi di settembre e ottobre.
Ma già per marzo le domande sembrano in aumento con una differenza sostanziale di cui tenere conto.
«La durata media delle richieste è tra i quattro e i cinque mesi, come non si vedeva dalla fine dagli anni ’80 – spiega - Due anni fa il tempo medio di soggiorno era al limite delle due settimane». Periodi più gettonati: marzo – giugno e giugno – ottobre. Tradotto: una replica potenziata dell'estate da record 2020 con gli apportamenti sold out dalla fine di maggio fino a agosto inoltrato. Il motivo, secondo Mariani che snocciola dati non diversi da quelle delle altre agenzie presenti sul territorio, è legato alla percezione di una minore possibilità di contagio.
«Ma non solo – continua – Lo smart working ha giocato un ruolo decisivo. Con la possibilità del telelavoro sono parecchi quelli che preferiscono il mare alla città per la tranquillità che offre e una qualità della vita migliore».
La conferma dell’aumento dei numeri viene anche dai ristoranti, quelli rimasti attivi al lido hanno registrato un pareggio nel mese di ottobre: «Un successo visto che è il periodo dell’anno in cui si conta la più alta concentrazione di stranieri, quest’anno scomparsi per colpa della pandemia», spiega Fabio Jacopucci titolare dello stabilimento Gradinoro di Tarquinia lido.
E poi un boom a novembre: «La sorpresa più bella in un mese tradizionalmente ostile. Ancora di più perché il lavoro non si è concentrato solo nel fine settimana ma ha avuto una certa costanza». A cambiare non solo i numeri, anche la tipologia del cliente medio: «Non esclusivamente di prossimità e di norma con una maggiore disponibilità. Un particolare che, nella difficoltà di un momento storico complesso, aiuta e sostiene le imprese dell’intera filiera».
Una palla da prendere al balzo per andare nella direzione di una progressiva destagionalizzazione più volte invocata e inseguita: utile alle imprese, al mercato del lavoro e a tutto il territorio.
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Il Messaggero