Tasse comunali, le scelte obbligate della giunta: Tari e Tasi, aumenti ma contenuti

Tasse comunali, le scelte obbligate della giunta: Tari e Tasi, aumenti ma contenuti
Tari, Tasi e Imu: tra numeri e date, palazzo dei Priori stila un piccolo vademecum su cosa fare, come e quando. Con una puntualizzazione dell’assessore Luisa Ciambella:...

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Tari, Tasi e Imu: tra numeri e date, palazzo dei Priori stila un piccolo vademecum su cosa fare, come e quando. Con una puntualizzazione dell’assessore Luisa Ciambella: «Abbiamo cercato di tutelare il più possibile due categorie, le famiglie e le attività produttive». Ecco cosa è uscito dalla finanziaria comunale. «L’aliquota Tasi che siamo riusciti ad applicare sulla prima casa - dice Ciambella - è del 2,2 per mille. Avremmo potuto portarla al 2,5, ma ci siamo tenuti sotto quanto consentito dal governo». Poi ci sono le agevolazioni: «Il proprietario di una casa, con reddito tra 18 e 26 mila euro, pagherà lo stesso importo dell’ultima volta con l’Imu o risparmierà fino a 250-300 euro, in proporzione alla rendita catastale». Per la seconda casa? La quota da versare con un unico F24 è quella dell’Imu maggiorata della quota Tasi. «Alla prima stesura del bilancio - continua l’assessore - avevamo previsto un’aliquota dell'1,2 per mille anziché dell’1,4, limite massimo consentito. Ma nell’ultima siamo arrivati all’1,1».


La decisione fa seguito agli incontri tenuti insieme al sindaco Michelini con i rappresentanti delle categorie economiche, sociali e sindacali. «Oltre ai nuclei familiari abbiamo pensato alle attività che creano lavoro. Alle realtà commerciali, industriali e artigianali si è voluto dare un segnale, con un provvedimento che andrà non solo a dimezzare l’aliquota Tasi, scesa da 1,4 per mille a 0,75, ma addirittura quasi ad abbatterla. In fase di approvazione siamo riusciti infatti a scendere allo 0,4 per mille». Come si paga? In due tranche: la prima entro il 16 ottobre, il saldo al 16 dicembre. Quindi l’Irpef. «In questo caso - conclude Ciambella - chi ha un reddito inferiore o pari a 18 mila euro non versarà un centesimo. Tra 18 e 20 mila? Il costo di un caffè al mese o poco più. Il tutto sempre in proporzione al reddito. E comunque un contribuente con un reddito di 100 mila euro si troverà a pagare circa 100 euro in più di Irpef l’anno, un importo che non mi sembra così elevato». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero