Suicidi nelle forze dell'ordine, in Provincia si è parlato di prevenzione con "L'altra metà della divisa"

Suicidi nelle forze dell'ordine, in Provincia si è parlato di prevenzione con "L'altra metà della divisa"
Si è svolto mercoledì scorso, presso la sala conferenze della Provincia di Viterbo, l’incontro “Non parlarne è un suicidio”, nato dalla...

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Si è svolto mercoledì scorso, presso la sala conferenze della Provincia di Viterbo, l’incontro “Non parlarne è un suicidio”, nato dalla collaborazione con l’associazione “L’altra metà della divisa” e il sindacato S.I.A.M.O con l’obiettivo di sensibilizzare il tema sul disagio emotivo e psicologico relativo l’impiego dei militari e delle forze dell’ordine. Sempre più spesso le cronache raccontano di suicidi nelle forze dell’ordine e nelle forze armate: tragedie che colpiscono famiglie e colleghi. 

L’incontro è stato introdotto dal consigliere comunale del Comune di Viterbo, delegato ai rapporti con le forze armate italiane, Giancarlo Martinengo e hanno partecipato Amelia Priaro, dirigente della Divisione Anticrimine della questura Viterbo e il vice prefetto di Viterbo Anna De Luna. Presente in sala anche la rappresentanza sindacale USICC (Unione Sindacale Italiana Carabinieri) dove sono intervenuti il segretario regionale e la segreteria provinciale rappresentata dal Luogotenente Angelo Ciardiello che nel corso del suo discorso ha fra l'altro riportato, condividendolo, quanto espresso dal Comandante Generale dell'Arma. Ovvero che «il senso di appartenenza all’istituzione trova la giusta collocazione nel rapporto con gli altri e che in tal senso la gerarchia non deve essere vista come un marcatore di distanza, bensì come vicinanza al personale nel senso più ampio: il Comandante ad ogni livello deve incoraggiare, insegnare, rasserenare e arricchire gli altri con l’obiettivo di creare un ambiente di lavoro sereno, e far sì che si possano prevenire  almeno nell’ambito lavorativo, il verificarsi di tragici eventi di natura suicidiaria».

L’associazione “L’altra metà della divisa” è impegnata nel compito di sostenere le famiglie e il personale inerente il comparto difesa e sicurezza grazie a progetti e attività che hanno ottenuto riconoscimento e successi nella prevenzione e nella cura del benessere psicologico e organizzativo del personale operante. Il progetto vede un supporto morale, psicologico e pratico svolto da professionisti esperti in problematiche relative alle famiglie militari, garantendo ascolto, condivisione e sostegno in momenti di difficoltà. Oggi l’associazione è presente in sei sedi territoriali dislocate in diverse zone d’Italia; la sede centrale è a Viterbo.

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Il Messaggero