Stipendi arretrati fino a 12 mesi. Accade alla piscina di Viterbo, la struttura sportiva di proprietà del Comune ma gestita da privati della società Larus nuoto con...
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I malumori covavano ormai da mesi, da quando cioè i vertici della società sportiva (dilettantistica) hanno iniziato a saltare i pagamenti. E sono esplosi negli ultimi giorni, con le dimissioni volontarie del responsabile locale - nonché consigliere comunale di Fratelli d'Italia - Gianluca Grancini. Per settimane i dirigenti locali avrebbero cercato di assicurarsi che tutte le mensilità venissero saldate dai responsabili della società - ovvero l'associazione temporanea di impresa tra Maco e Larus, rappresentata dai tre soci Cosimo D'Ambrosio, Marco Liberati e Luca Colonna. Ma, non avendo ottenuto alcunché da Roma, è stato deciso di andarsene.
Sono una cinquantina i lavoratori coinvolti tra dipendenti e collaboratori a vario titolo. Si tratta di istruttori della piscina e della sala pesi, insegnanti di danza e di pilates. Personale che in media guadagna circa 500 euro al mese e che, nonostante non venga pagato da tempo, ha continuato a prestare regolarmente servizio. Eppure, la piscina di Viterbo non versa affatto in cattive acque. Si tratta della struttura sportiva più grande della provincia, con una vasca olimpionica al coperto e una più piccola esterna, una sala pesi e diversi locali per svolgere attività sportiva. Un centro che nel 2017 contava oltre 3.500 iscritti di ogni età e che ha chiuso l'anno con un incasso di quasi un milione di euro.
Eppure, nonostante i conti e benché si tratti di una struttura di proprietà pubblica, a oggi decine di lavoratori aspettano il saldo degli arretrati, chi di un mese e chi di un anno. Mentre Grancini per protesta si è dimesso, e da palazzo dei Priori al momento non battono colpo, molti degli iscritti della struttura si sono accorti del clima teso che si è instaurato dentro la struttura. Che il personale non venga pagato ormai è notizia che circola persino tra i soci. E così si rischia anche un'emorragia di clienti: qualora gli istruttori dovessero andarsene, sono decine le persone pronte a iscriversi altrove.
Re.Vi.
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Il Messaggero