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Un’alternativa ci sarebbe. Anzi, c’è. Il bando di gara europeo non è l’unica strada percorribile per l’affidamento dello stadio Rocchi. Proprio palazzo dei Priori, appena pochi anni fa con l’ex sindaco Giovanni Arena, aveva già percorso questa strada. Uscendone all’inizio con le ossa rotte, è vero, ma solo per alcune “imprudenze” di percorso, come la necessità di cambiare il regolamento comunale per l’affidamento degli impianti sportivi. Poi però era riuscito ad andare in rete. O meglio, in questo caso, in vasca.
Sì, perché la strada era stata percorsa con la piscina comunale in favore della Fin, la Federazione italiana nuoto. Come è stato possibile, se la legge impone di procedere tramite gara? Semplice: servirebbe l’interesse di una Fin formato calcistico, una federazione che come quella del nuoto sia considerata al pari di un ente pubblico. Ecco, in questo caso il Rocchi si potrebbe affidare direttamente.
Arena a fine gennaio del 2020 se ne uscì con un comunicato stampa fiume su tutto lo scibile umano di casa palazzo dei Priori, accennando in appena mezza riga la volontà di affidare l’impianto alla Fin. Se ne accorse solo Il Messaggero, così come si accorse della necessità si cambiare il regolamento. Tanto che in maggioranza si aprì sul tema una vera e propria crisi. Ora che tutte le strade sono spianate, teoricamente l’operazione potrebbe essere ripetuta in carta carbone.
Certo, prima andrebbe valutata l’opportunità di procedere in questa direzione, poi ci sarebbe da trovare un soggetto analogo alla Federazione italiana nuoto, infine andrebbe evitata la crisi politica, perché non è che tutti siano automaticamente dello stesso sentimento, per dirla come i Facchini. Resta comunque un’opzione possibile, magari alternativa, una sorta di piano B nel caso in cui col bando europeo non dovesse andare come tutti sperano.
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