Spille da balia infilzate tra le labbra per non farla parlare: ripetute violenze sulla compagna, arrestato

Spille da balia infilzate tra le labbra per non farla parlare: ripetute violenze sulla compagna, arrestato
Maltrattamenti e violenze ripetuti sulla compagna, la Squadra mobile della questura di Viterbo ha arrestato un pregiudicato trentanovenne per vari reati commessi in ambito...

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Maltrattamenti e violenze ripetuti sulla compagna, la Squadra mobile della questura di Viterbo ha arrestato un pregiudicato trentanovenne per vari reati commessi in ambito familiare. 


Gli investigatori della sezione specializzata per il contrasto dei reati contro la persona, hanno raccolto la denuncia della convivente dell’uomo, scoprendo così uno scenario familiare drammatico. Con soprusi e violenze sia nei confronti della donna che dei figli avuti con l’uomo, un bambino di 11 e una bimba di 7 anni.

I poliziotti, essendosi resi immediatamente conto della gravità della situazione, subito dopo aver ricevuto la denuncia, hanno prelevato madre e figli e li hanno trasferiti in una struttura protetta. Successivamente hanno avviato una attività di indagine per riscontrare quanto denunciato.

Tra i tanti episodi di violenza emersi l'uomo, spesso sotto l’effetto dell'alcool, alcuni sono risultati particolarmente pesanti e odiosi. L’uomo, in diverse occasioni, avrebbe legato la donna con del nastro adesivo mani e piedi e, dopo averla imbavagliata, l’avrebbe rinchiusa a lungo all’interno del cassettone del divano. In un’altra occasione invece le avrebbe infilzato le labbra con delle spille da balia, per non farla parlare. Spesso, tutto questo davanti ai figli con il padre che ha soggiogato il nucleo familiare facendolo vivere, per anni, in una situazione di umiliazioni e sopraffazioni continue.

Di fronte agli elementi di prova raccolti, la Procura della repubblica ha avviato richiesta di misura cautelare in carcere. Il Tribunale di Viterbo ha accolto l’impostazione degli inquirenti e l’uomo nei giorni scorsi è stato portto nel carcere di Mammagialla.

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Il Messaggero