Sparatoria nella pineta di Montalto, c’è un indagato per tentato omicidio

Polizia
Sparatoria nella pineta di Montalto, c’è un indagato per tentato omicidio. Gli investigatori avrebbero già individuato l’uomo che sabato sera ha sparato...

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Sparatoria nella pineta di Montalto, c’è un indagato per tentato omicidio. Gli investigatori avrebbero già individuato l’uomo che sabato sera ha sparato un colpo di pistola al trentenne albanese senza fissa dimora. Si tratta di un connazionale della vittima che probabilmente condivideva con lui la vita di strada e l’attività di spaccio sulla litoranea. La sparatoria sarebbe avvenuta sabato scorso dopo le 20 tra i cespugli della pineta marittima di Montalto di Castro. Il trentenne, colpito all’addome, sarebbe riuscito a raggiungere la strada dove è stato notato da un automobilista che lo avrebbe soccorso e portato in ospedale a Tarquinia in gravi condizioni.

Qui i medici lo hanno sottoposto a un delicato intervento che gli ha salvato la vita. Poche ore dopo il trentenne è stato interrogato dagli investigatori, coordinati dalla Procura di Civitavecchia, e avrebbe fornito importanti particolari che hanno indirizzato le indagini proprio sull’uomo che al momento risulta indagato a piede libero per il tentato omicidio. Su di lui ci sarebbero notevoli indizi anche se al momento manca ancora all’appello l’arma del delitto. Ieri mattina gli agenti della polizia, insieme ai colleghi della scientifica, hanno fatto un primo sopralluogo sul luogo della sparatoria, ma l’arma non sarebbe stata rinvenuta.

Nei prossimi giorni gli agenti torneranno nella pineta per ulteriori accertamenti, nel frattempo si continua a scavare all’interno del mondo dello spaccio. L’unico punto fermo dell’indagine affidata al commissariato di Tarquinia sarebbe infatti quello del traffico di stupefacenti. La sparatoria sarebbe avvenuta al culmine di una lite tra spacciatori. I due, vittima e indagato, in base a quanto ricostruito condividevano “lo stile di vita”. Fatto di spaccio e accampamenti nel fitto delle pinete. Le loro tracce infatti non sarebbero state trovate solo lungo la costa viterbese ma anche in quella della provincia di Grosseto. Si spostavano continuamente per tentare di sfuggire alle forze dell’ordine.

Tra i cespugli della pineta avrebbero avuto una base operativa, dove avrebbero nascosto droga e ricevuto gli ordini dei clienti. Due anni fa nella stessa pineta finirono in manette due tunisini di appena 17 anni, facevano lo stesso lavoro e la stessa vita. Accampati in una tenda tra la vegetazione inviavano la posizione su whatsapp a clienti giovanissimi per vedergli droga. I poliziotti del commissariato di Tarquinia riuscirono a cogliere in flagranza i due ragazzini stranieri dopo giorni di appostamenti e captazione delle georeferenze inviate ai clienti.

Sorpresi dal blitz i due spacciatori ingoiarono tutte le dosi a disposizione, aiutandosi una bottiglia d’acqua. Ingoiarono anche l’eroina e finirono prima in ospedale e poi davanti al giudice del tribunale dei minori. I due fatti potrebbero essere collegati, gli investigatori stanno indagando anche su questo aspetto.

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Il Messaggero