«La potenzialità dell'università per la crescita del territorio non è stata ancora pienamente sfruttata, perché è mancato il fare...
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Chiara Frontini, candidata a sindaco del capoluogo in nome e per conto delle sue due liste (Viterbo 2020 e Viterbo Cambia) è la più lesta a raccogliere l'invito che il rettore Alessandro Ruggieri ha inviato agli aspiranti primi cittadini affinché rimettano lo sviluppo dell'ateneo al centro dei rispettivi programmi.
«Solo l'università sottolinea la giovane Chiara ha il know-how che fa la differenza per portare la città al passo degli standard europei e contribuire alla modernizzazione e internazionalizzazione. I successi già conseguiti dalla Tuscia in questo senso saranno stimolo e forza, fonte di sinergia con il prossimo futuro Comune». Ecco allora la necessità di fare squadra, «che non è un semplice slogan, ma un modus operandi da applicare a ogni progetto presente e futuro». Questo a cominciare dall'appuntamento del 10 giugno, che comporta «la scelta tra la conservazione di un esistente che non ci piace e l'opportunità storica di optare per un'amministrazione capace e sempre pronta alla sfida, con efficacia ed efficienza».
Sul capitolo doloroso dei trasporti, Frontini condivide la necessità di «una decisa azione di lobbying, dalla quale il prossimo sindaco non potrà esimersi per mettere in moto un processo che, comunque, vedrà i primi risultati nel medio-lungo periodo». Capitolo residenzialità: «Per far rivivere il centro storico - aggiunge la candidata - gli studenti universitari possono rappresentare una risorsa e una possibile soluzione che risponde al duplice problema della carenza di residenza e di abbandono del perimetro racchiuso dalle mura».
E' per questo che nell'articolazione delle deleghe Frontini immagina «un maxi assessorato che riunisca Educazione e università con turismo e sviluppo economico per dialogare e lavorare in stretta connessione i tre mondi: scuola e università, imprese e amministrazione pubblica». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero