​Sfonda il finestrino dell’auto per rubare all’interno, ma viene scoperto grazie alle telecamere

L'auto derubata
Sfonda il finestrino dell’auto per rubare all’interno, ma viene immortalato dalle telecamere. E’ finito agli arresti domiciliari V. S. 36enne di Viterbo con...

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Sfonda il finestrino dell’auto per rubare all’interno, ma viene immortalato dalle telecamere. E’ finito agli arresti domiciliari V. S. 36enne di Viterbo con l’accusa di furto aggravato. L’ordinanza emessa del gip è stata notificata giovedì dopo che la Squadra Mobile ha ricostruito non solo l’identità ma anche il modus operandi.

A gennaio si erano verificati dieci episodi di furti ai danni di macchine in sosta, per lo più nei parcheggi adiacenti a centri sportivi o ricreativi pomeridiani, sempre con la stessa dinamica: finestrino spaccato e fulminea asportazione di borse e quant’altro fosse riposto all’interno del veicolo. Le più colpite sono state le zone periferiche della città, da Santa Barbara al Carmine. Gli uomini della Squadra Mobile di Viterbo, inizialmente sulla base degli indizi forniti dalle vittime dei furti, si sono messi alla ricerca dell’autore e, analizzando numerose telecamere, pubbliche e private. Entrambe infatti sono state utili per ricostruire l’identità del ladro. Grazie infatti a una telecamere montata su una delle auto svaligiate gli agenti sono riusciti a ottenere il viso dell’uomo.

Dalle registrazioni, i poliziotti hanno ricostruito la scena del furto. Nelle immagini estrapolate si vedeva chiaramente l’uomo arrestato scendere dalla propria auto, avvicinarsi alla macchina parcheggiata, rompere il finestrino con un punteruolo e, infine, rubare quanto riposto all’interno dell’abitacolo. In questo caso una borsa contenente 800 euro in contanti. La Mobile dalle immagini è riuscita anche a cogliere la targa della macchina utilizzata dal ladro. Targa che a un primo controllo è risultata falsa. Gli agenti, continuando ad analizzare le registrazioni del furto, hanno appurato che la macchina del ladro era passata poco prima con un’altra targa, quella reale. Dando quindi nome e cognome all’indagato.

Durante la perquisizione a casa dell’indagato gli agenti hanno trovato i vestiti utilizzati durante il furto, nonché dei pacchetti di monete, ancora con la confezione della banca; che erano stati rubati all’interno dell’auto con le telecamere. I proprietari dell’auto dove era stato consumato il furto, infatti, essendo gestori di un esercizio commerciale, si erano recati quella mattina presso il loro istituto bancario a prelevare il contante utile per dare il resto ai clienti. Parte della refurtiva, in particolare i mazzetti di monete sequestrati in sede di perquisizione, è stata riconsegnata alle vittime. Le indagini a carico del 36enne non sono ancora terminate. Gli agenti della mobile vogliono capire se i dieci furti messi a segno a gennaio sono stati commessi dalla stessa mano.

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Il Messaggero