Sesso e massaggi in un centro benessere, titolari assolti per prescrizione

Tribunale
Sesso e massaggi in un centro benessere, titolari assolti per prescrizione. Il 12 aprile del 2013 gli agenti della squadra mobile fecero irruzione in un centro massaggi gestito da...

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Sesso e massaggi in un centro benessere, titolari assolti per prescrizione. Il 12 aprile del 2013 gli agenti della squadra mobile fecero irruzione in un centro massaggi gestito da cinesi a viale Trieste. Al termine dell’indagine tre persone finirono alla sbarra. Si trattava di un uomo per favoreggiamento della prostituzione e due donne per favoreggiamento personale. Secondo quanto ricostruito dalla squadra mobile i massaggi erano solo una copertura per le prestazioni sessuali. Aggiungendo una piccola somma, di circa 20 euro, al costo del classico massaggio i clienti potevano avere prestazioni extra. Prestazioni che venivano illustrate dettagliatamente agli acquirenti una volta arrivati nel salone.

Ad attirare l’attenzione degli agenti sarebbe stato un volantino pubblicitario. Sul deplian era riportato un numero di cellulare da contattare per le offerte. Al numero indicato rispondevano le operatrici cinesi che avrebbero fornite dettagliate indicazioni stradali per trovare il centro estetico. Il secondo segnale arrivò dal movimento di uomini, specialmente nelle ore serali, nei pressi della palazzina di viale Trieste. Il sospetto è diventato una certezza quando la squadra mobile iniziò a fare appostamenti nella zona. Il processo per favoreggiamento della prostituzione però non è mai veramente partito. Le ragazza che lavoravano al centro durante il periodo delle indagini si sarebbero volatilizzate. Di loro resta solo traccia nelle deposizioni date agli inquirenti. In quelle testimonianze però non c’è traccia del sesso. Nessuna avrebbe confermato la versione degli investigatori.

Nessuna delle tre ragazze trovate dalla Mobile durante il blitz avrebbe esplicitamente ammesso di essere sfruttata per prestazioni sessuali suoi clienti che pagavano l’extra. Al contrario, avrebbero detto di lavorare come normali operatrici di centro benessere per comuni massaggi. Motivo per cui ieri mattina il collegio del Tribunale di Viterbo ha riqualificato il reato dichiarando prescritto il reato.

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Il Messaggero