Sessanta kg di erba in un casolare, 48enne condannato a 4 anni di reclusione

Un'aula di Tribunale
Nascondeva 60 kg di erba nella doccia di un casolare disabitato a Tuscania, 48enne di San Martino condannato a 4 anni di reclusione e al pagamento di 40mila euro di multa. ...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Nascondeva 60 kg di erba nella doccia di un casolare disabitato a Tuscania, 48enne di San Martino condannato a 4 anni di reclusione e al pagamento di 40mila euro di multa.

L’8 maggio del 2017 in un casolare abbandonato, i carabinieri, hanno trovato 64 chili di marijuana.

Per i militari, vista l’ingente quantità, la sostanza sarebbe stata pronta a essere immessa sul mercato e avrebbe consentito di realizzare un introito di 600mila euro. «Si tratta di oltre 478mila dosi di droga – ha spiegato durante l’udienza il pm – di proprietà dell’imputato. Non solo perché la casa era di sua proprietà ma anche perché ce lo ha confermato la zia durante l’udienza scorsa».


L’indagine scatta dopo una segnalazione agli uomini del maresciallo Paolo Lo Nero. «Ci siamo subito messi al lavoro – racconta il comandante della stazione di Soriano nel Cimino -. Svolti gli accertamenti, il casolare sarebbe risultato appartenente a diverse persone. Abbiamo chiamato una delle proprietarie, zia dell’attuale imputato e con lei siamo entrati in casa. Nella doccia erano nascosti pacchi di marjuana. Abbiamo anche fatto accertamenti su eventuali intestatari delle utenze. Ma la corrente era staccata e l’acqua non aveva consumi dal 2014».

La droga è stata sottoposta al narco test e all’esame dei tecnici del Ris che hanno confermato la presenza del principio attivo.

In aula anche la zia dell’imputato. «Quella casa era disabitata da tempo. Io ci vado due volte all’anno per pulire. Quel giorno ci ero stata nel pomeriggio prima dell’arrivo dei carabinieri e avevo notato i pacchi. Ho pensato fosse pellet. In realtà la prima cosa che ho sentito è stata una gran puzza provenire dal piano di sopra. Ho chiesto a mio nipote cosa fosse, lui mi ha detto che era sua e che gli serviva per il lavoro». 


Il pm durante la discussione ha chiesto una pena di quattro e mezzo di reclusione e una multa di 30mila euro. Il difensore l’assoluzione. Il collegio dopo una breve camera di consiglio lo ha condannato a quattro anni e a quarantamila euro di multa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero