Servizio taxi per le prostitute sulle strade di Orte, assolto 67enne

Carabinieri
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Servizio taxi per le prostitute sulle strade di Orte, assolto 67enne di Otricoli. L’uomo era a processo davanti al collegio del Tribunale di Viterbo con l’accusa di di aver favorito la prostituzione di diverse donne accompagnandole abitualmente, previo consenso, sui luoghi del meretricio. L’imputato, difeso dall’avvocato Matteo Moriggi, era stato rinviato a giudizio nel 2017 e ieri, dopo l’ascolto dell’ultima testimone, è stato completamente scagionato da ogni accusa. L’imputato era stato arrestato nel 2015 dopo che i carabinieri della stazione di Orte avevano ascoltato una delle donne che aveva sfruttato il suo passaggio. Donna che ieri mattina è arrivata in aula ritrattando ogni parola. «Io non mi prostituivo e non conosco quell’uomo. Si venivo a Orte da Roma col treno ma poi prendevo l’autobus per andare in un negozio». All’interrogatorio a cui fu sottoposta 7 anni fa, però, disse cose totalmente diverse. Ai carabinieri dichiarò di essere una prostituta che esercitava su una piazzola sulla strada Ortana, insieme ad altre donne nigeriane che venivano accompagnate da 67enne. Sessantenne che prima di essere arrestato fu pedinato e controllato dai militari mentre percorreva le tratte indicate dalle donne. «Prima di bloccarlo – aveva raccontato in aula un carabiniere nelle scorse udienze – lo abbiamo tenuto un po’ sotto controllo. Faceva sempre la stessa tratta dalla stazione di Orte alla piazzola dove scaricava le ragazze e ritorno. Poco dopo li abbiamo fermati. L’uomo era piuttosto nervoso. Durante la perquisizione dell’auto abbiamo trovato anche diversi numeri di telefono e ricariche telefoniche». Secondo l’impianto accusatorio l’uomo accompagnando le donne avrebbe favorito la prostituzione. Ma la donna, una nigeriana di 39 anni, arrivata ieri in Tribunale per testimoniare, ha smontato tutta l’accusa, di fatto scagionando il 67enne. Per la donna i guai però potrebbero essere appena iniziata. La pm Chiara Capezzuto, che aveva chiesto 2 anni di condanna, ha definito la testimone reticente e ha mandato le sue dichiarazioni in Procura per essere vagliate come falsa testimonianza. Intanto il sessantenne è libero.

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Il Messaggero