Scuole, i presidi del Viterbese scrivono al prefetto: "Basta coi doppi turni"

Gli studenti viterbesi in Prefettura
Hanno riaperto persino le discoteche ma le lezioni continuano con gli ingressi scaglionati. E così i dirigenti scolastici scrivono al prefetto Giovanni Bruno per chiedere...

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Hanno riaperto persino le discoteche ma le lezioni continuano con gli ingressi scaglionati. E così i dirigenti scolastici scrivono al prefetto Giovanni Bruno per chiedere di valutare il ritorno al turno unico. Tra fine ottobre e novembre, si sono mossi anche gli studenti: hanno ottenuto l’apertura di un tavolo in prefettura, presenti i vertici di Cotral, Regione e Provincia.

Dopo diversi faccia a faccia, la società ha presentato una simulazione tarando le corse su un solo ingresso e dimostrando che sì, nonostante fosse complicato rispettare i limiti di capienza imposti dalla pandemia, era possibile assicurare andata e ritorno per tutti gli studenti e anche per i lavoratori pendolari che utilizzano i bus. Il prospetto era finito sulla scrivania del prefetto Bruno cui spettava adottare un provvedimento ad hoc. Ma sin da subito, alle riunioni era apparso un convitato di pietra: la curva pandemica. Come è andata, è storia nota: l’impennata dei contagi ha persuaso a non procedere.

Ma ora la situazione è ben diversa. “L’emergenza sanitaria sembra volgere al termine. La situazione all’interno delle scuole  - racconta Andreina Ottaviani, dirigente dell'Iis Alessandro Farnese, reggente dell’istituto comprensivo di Caprarola nonché rappresentante dei dirigenti scolastici del Viterbese – è decisamente migliorata. Non abbiamo più classi in quarantena. Restano pochi casi trai più piccoli, ma non in numero tale da dover attivare la dad”. E continua: “Discoteche, stadi, palestre: tutto ha riaperto. Per salire sui bus – ricorda Ottaviani – occorre il green pass. Non si capisce perché vigano ancora i doppi turni che continuano a creare grandi disagi ai ragazzi, soprattutto quando sono costretti a rientrare a casa il tardo pomeriggio”. 

Tra i firmatari della missiva anche Laura Bonelli, dirigente del Meucci di Ronciglione. “Abbiamo ipotizzato che terminando lo stato di emergenza fosse opportuno valutare il superamento degli ingressi scaglionati. Ci rendiamo conto che tra aprile e l’8 giugno resterà un mese e mezzo di lezioni ma, soprattutto per i ragazzi che dovranno affrontare la maturità – afferma Bonelli – sarebbe un sollievo. La nostra è una richiesta dettata dalla voglia di tornare alla normalità”. 

Normalità ancora rinviata, invece, per i viaggi di istruzione nella provincia. “Tra la crisi sanitaria e ora quella in Ucraina – spiega Ottaviani – non abbiamo ritenuto opportuno riprendere le gite. Anche perché per entrare in hotel occorre il super Green Pass e sarebbe discriminatorio per i pochi ragazzi non vaccinati. Stiamo però organizzando uscite didattiche dalla mattina alla sera”.

Stesso ragionamento al Meucci. “Io credo molto nel valore delle gite ma abbiamo sondato i genitori e non tutti erano convinti di dare l’autorizzazione. Inoltre, siamo a marzo: dovremmo preparare bandi e affidamenti in tempi strettissimi. Considerando che – conclude Bonelli – ci sono ancora contenziosi con le agenzie di viaggio per le caparre del 2020 non restituite, non ce la siamo sentita”.

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Il Messaggero