Scuola, dirigenti scolastici e Associazione presidi contro i suoi turni: «Qui non siamo a Roma»

Ruffini di Viterbo
Di nuovo alla carica per il ripristino del turno unico a seguito della fine dello stato di emergenza. Dopo l’intervento di Daniele Peroni, dirigente dell’ufficio X...

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Di nuovo alla carica per il ripristino del turno unico a seguito della fine dello stato di emergenza. Dopo l’intervento di Daniele Peroni, dirigente dell’ufficio X – Ambito territoriale di Viterbo, che facendosi portavoce del mondo scolastico viterbese ha annunciato che l’istanza verrà ripresentata in sede di tavolo prefettizio, anche i dirigenti scolastici da una parte e l’associazione nazionale presidi dall’altra prendono di nuovo carta e penna per ribadire la contrarietà al mantenimento degli ingressi scaglionati.

Numerose le motivazioni apportate dai ds nella nota indirizzata a Prefettura, ufficio scolastico regionale e provinciale. “Le progressive “riaperture” prescritte nell’omonimo decreto stridono fortemente con un doppio turno orario. Inoltre, ogni istituto scolastico della provincia ha già rielaborato gli orari interni in vista della cessazione dello stato di emergenza”, sostengono ben dieci presidi.

Fanno poi notare che “la conformazione e le caratteristiche peculiari del Viterbese con disseminazione dei centri abitati e trasporto quasi esclusivamente “su gomma”, richiedono fortemente il ripristino di un orario grazie al quale gli studenti possano rientrare nelle proprie abitazioni ad orari accettabili”. Infine, ribadiscono che “il doppio orario ha fortemente penalizzato la didattica e ha influito pesantemente sulle organizzazioni familiari, oltre a determinare orari di servizio a dir poco flessibili, per i docenti“. 

Stessa richiesta dal presidente provinciale Anp, Maria Antonietta Bentivegna, e da quella regionale, Cristina Costarelli, rivolta anche alla Regione. “L’organizzazione scolastica del Viterbese non necessita più del mantenimento del doppio turno. Non possono essere attribuite alla provincia problematiche che riguardano le grandi città”, sostengono, riferendosi a Roma dove alcuni dirigenti sono invece favorevoli a difendere lo status quo. “È opportuno – continuano  –  ridurre, almeno in questa fase terminale dell'anno scolastico, il disagio che è ricaduto finora sugli studenti e sulle loro famiglie. Abbiamo nei loro confronti il dovere morale che ci obbliga, per quello che possiamo, a rendere meno gravoso  il carico di lavoro in questi ultimi due mesi. Gli stessi disagi sono vissuti in prima persona dai docenti e da tutto il personale scolastico“.

E concludono ricordando che “il malcontento aumenta. Gli studenti – aggiungono – sono stanchi di subire decisioni che non comprendono, tanto più che nell'ultimo incontro in Prefettura avevano avuto rassicurazioni di tornare al turno unico subito dopo le vacanze di Natale“.

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Il Messaggero