Santa Rosa, il Trasporto diventa un film. E intanto si cercano i video storici

Santa Rosa, il Trasporto diventa un film. E intanto si cercano i video storici
La prima assoluta sarà a ridosso del Natale nel rinnovato teatro Unione. Ma la vera novità è che Santa Rosa diventerà un film. Dalla storia alla...

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La prima assoluta sarà a ridosso del Natale nel rinnovato teatro Unione. Ma la vera novità è che Santa Rosa diventerà un film. Dalla storia alla preparazione, dai riti alla tradizione, fino al “Sollevate e fermi”. Lo realizzerà un regista viterbese, Fabio Segatori della Baby Films, ribaltando la prospettiva: “Lo sguardo di Rosa” – questo il titolo - promette di mostrare “La Macchina come non l’avete mai vista”. E si parla di prima mondiale, perché la produzione è italo-canadese.


Il Sodalizio ha già detto sì. «Abbiamo dato la nostra disponibilità – dice il presidente Massimo Mecarini – perché si tratta di un bel progetto, innovativo. Dai prossimi mesi la produzione potrà interagire liberamente con noi, anche nella nostra sede». Il costo dell’operazione è di 125 mila euro: Palazzo dei Priori, grazie alla collaborazione tra più assessorati, ha assicurato un contributo. Per il resto partirà un crowfunding.

Segatori è uno che, tra le altre cose, ha  scritto e diretto “Terra bruciata” con Bova, Giannini e Placido. O “Hollywood flies”, con un cast internazionale. Per il 3 settembre e dintorni sarà una mezza rivoluzione, a partire dal taglio: un documentario d’azione con 13 telecamere che riprenderanno la festa in risoluzione cinematografica. «Saranno su Gloria, all’interno della struttura, sui Facchini, lungo il percorso, sugli occhi della statua di Rosa – spiega Segatori -  con il suo sguardo sulla città immersa nel buio».

Non sarà la classica ripresa del Trasporto, tutt’altro. Si vuole ricalcare lo stile de “I gladiatori del calcio”, sullo storico calcio fiorentino, prodotto nel 2012 sempre dalla Baby Film, distribuito dalla Cecchi Gori home video e venduto in 107 paesi. «Un lavoro lungo mesi che porterà a una produzione di 80 ore di girato, dalla cui scrematura usciranno i 52 minuti finali del documentario».

Verranno «pedinati» quattro Facchini, «magari il più anziano e l’esordiente, o il più amato dal pubblico femminile», dice il regista viterbese. Il montaggio metterà in evidenza il mix di fatica e religione, l’accostamento tra energumeni e devozione. I viterbesi saranno coinvolti direttamente, perché il progetto propone molto di più. «Chiunque abbia dei filmati storici sulle vecchie Macchine, magari in una vecchia videocassetta, in super 8 o betamax – continua il regista - può metterli a disposizione. Verranno rimessi a nuovo e inseriti nel documentario. Ai proprietari restituiremo anche la copia restaurata».


Ciò che non entrerà nel lungometraggio potrà essere inserito nel dvd che sarà realizzato nel 2018. Un do ut des che farà bene alla festa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero