Sagre contro, nella Tuscia scoppia la guerra delle castagne

Sagre contro, nella Tuscia scoppia la guerra delle castagne
Chiamatela, se volete, la guerra delle castagne. Mentre altre sono ancora in corso, a Soriano nel Cimino la sagra del cinquantennale si è appena chiusa e il presidente...

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Chiamatela, se volete, la guerra delle castagne. Mentre altre sono ancora in corso, a Soriano nel Cimino la sagra del cinquantennale si è appena chiusa e il presidente dell'ente Sagra delle castagne, Antonio Tempesta, lancia la proposta: «E' assurdo che nello stesso weekend ci siano quattro o cinque feste, rivediamo il calendario». Ma da Canepina e Vallerano arriva la bocciatura: «Sono loro ad aver aumentato le date».


Cinquant'anni di castagne: l'ultima edizione «si è conclusa con grande successo», commentano da Soriano nel Cimino. Da Tempesta però, a bocce ferme, ecco l'appello: bisogna rivedere il calendario, perché «così tutti sono penalizzati: è assurdo che nello stesso fine settimana nel raggio di pochi chilometri – dice - ci siano quattro o cinque manifestazioni. In questo modo si finisce per sottrarsi visitatori a vicenda e con un panorama di eventi così frammentato a rimetterci è la potenzialità turistica dei nostri paesi».

A Vallerano però Gianni Narduzzi, presidente dell'associazione Amici della castagna, non si pone il problema. Anzi: «Sono presidente da 10 anni – spiega – e noi abbiamo fatto sempre quattro weekend a ottobre più il primo di novembre, Soriano aveva invece l'ultimo di settembre e il primo di ottobre. La sua proposta mi rimane nuova, ho sentito Tempesta un paio di settimane fa e non mi ha detto nulla. La nostra castagna è l'unica italiana ad avere la dop, quindi non si discute». Il bacino di utenza è Roma, potenzialmente immenso. «Sinceramente quindi non vedo il problema, almeno sotto il nostro punto di vista: non ne abbiamo mai avuti con i paesi limitrofi».


Sulla stessa linea Fabio Stefanucci, presidente della Pro loco di Canepina. «La nostra festa è nata dopo quella di Soriano, all'epoca ci fu un confronto: loro facevano l'ultimo weekend di settembre e il primo di ottobre – racconta – dunque dicemmo subito che, per non scontrarci con le date, noi avremmo fatto sempre e solo gli ultimi tre di ottobre. Il nostro calendario non è mai cambiato, loro però poi hanno aggiunto altre date». Il problema almeno è reale? «Le nostre cantine sono sempre piene – conclude - significa che da noi la risposta c'è». Castagne insomma, vere ma pure qualcuna mataforica. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero