«Male non fare paura non avere»: omicidio di Ronciglione, le “donne“ di Landolfi mandano messaggi

La mamma e le zie di Andrea Landolfi
«Male non fare paura non avere». Le donne di Andrea Landolfi - imputato per omicidio - si presentano con un messaggio stampato sulla maglietta davanti al Tribunale di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

«Male non fare paura non avere». Le donne di Andrea Landolfi - imputato per omicidio - si presentano con un messaggio stampato sulla maglietta davanti al Tribunale di Viterbo.

La mamma, le zie, la nonna e la sorella hanno aspettato l’imputato davanti al cancello del Palagiustizia e gli hanno dedicano un messaggio. Parole che per la famiglia sarebbero importanti e che questa mattina hanno voluto sottolineare la loro vicinanza. Davanti alla Corte d’Assise hanno sfilato prima lo zio e poi la sorella dell’imputato. Entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Poi è toccato ai carabinieri che quel febbraio di quasi due anni fa iniziarono le indagini per la morte della 26enne Maria Sestina Arcuri.

Fidanzata di Landolfi che, secondo l’accusa, sarebbe stata lanciata dalle scale della casa della nonna a Ronciglione. Sul banco dei testimoni anche il primo consulente della Procura, Martino Farneti esperto in ricostruzioni della scena del crimine: «Ho fatto delle ipotesi iniziali diverse, la mia conclusione è sempre quella. La vittima è deceduta per il forte impatto. Battendo prima sulla schiena e poi per rimbalzo la testa. Non è caduta, il trauma era sicuramente più violento».

Si torna in aula l’8 gennaio, giorno in cui Andrea Landolfi fornirà la sua versione dei fatti alla Corte.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero