Eolico: una raffica di progetti sulla Tuscia. Gli ultimi due a Cellere: in totale previste 20 nuove pale. Seguono l’istanza per la realizzazione di un altro impianto di 13...
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Eolico: una raffica di progetti sulla Tuscia. Gli ultimi due a Cellere: in totale previste 20 nuove pale. Seguono l’istanza per la realizzazione di un altro impianto di 13 torri tra Viterbo, Montefiascone e Celleno, di cui si è parlato nei giorni scorsi, e quella per 34 turbine offshore a Montalto di Castro, dell’estate scorsa.
I due nuovi parchi eolici sono composti, ciascuno, da 10 aerogeneratori (altezza 200 metri circa) per una potenza complessiva di impianto di 60 megawatt. Le opere di connessione alla rete interessano il comune di Valentano in un caso; Cellere, Piansano, Arlena e Tuscania nell’altro. Società proponenti, rispettivamente, la multinazionale Iberdrola e Cogein Energy, una srl con sede legale a Napoli.
Ma perché Cellere? La scelta “è dettata dalla vocazione eolica naturale dell’area. Infatti, per le sue peculiarità orografiche essa consente di ottimizzare al meglio la produzione di energia”. A due passi da qui sorge il parco eolico “Piansano”: 30 aerogeneratori ubicati a Piansano (21), Arlena di Castro (5) e Tessennano (4). Mentre è in corso l’iter per il parco eolico Tuscania, 8 pale. All’interno più o meno della stessa area ricadono anche 20 turbine di mini eolico esistenti e approvate.
I progetti seguono adesso la Valutazione di impatto ambientale. L’autorità competente è il Ministero della transizione ecologica. In questa fase si è aperta la consultazione pubblica: 30 giorni di tempo per l'invio di eventuali osservazioni.
Cosa ne pensa il Comune? Non è il primo progetto per le rinnovabili che riguarda Cellere. Il sindaco Edoardo Giustiniani spiega che, quando, capita, controlla i progetti e, se serve, interviene per cercare di contenere l'impatto, anche dirottando le opere altrove.
“In questo caso si tratta di impianti imponenti, non si può negare. Ricadono comunque già in zone bianche, prive cioè di vincoli e di minore valore paesaggistico. Zone agricole semi abbandonate o poco redditizie”. C’è anche questo aspetto economico-sociale: “Se capita una buona offerta, i proprietari la afferrano”.
Il sindaco cerca poi di ottenere il massimo dalle opere compensatorie. Con le società dell’eolico è iniziato il confronto. "Si potrebbe destinare una quota di energia prodotta per abbattere le bollette dei cittadini e quelle del Comune. Altri interventi porterebbero riguardare le aree naturali e il recupero di zone dismesse. Coinvolgeremo i cittadini”.
Lo scopo di questi progetti, segnala una delle società, ma vale per tutte, è “quello di ridurre la necessità di altro tipo di fonti energetiche non rinnovabili e con maggiore impatto per l'ambiente”. E poi, un impianto eolico "può essere oggetto di visita ed elemento di istruzione per scuole, università o anche solo semplici turisti”. Altri “effetti positivi”: l’“incremento dell’occupazione locale in fase di realizzazione”, la “creazione di un indotto”.
Dovrà esprimersi anche il Mic (Soprintendenza speciale per il Pnrr).
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Il Messaggero