Venti automezzi sequestrati, tra cui una decina di compattatori carichi d'immondizia. E un capannone di 1.700 metri quadrati con rifiuti sparsi. E l’eredità...
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La Procura viterbese contesta ai proprietari dell'impresa, che ha sede in provincia di Treviso, cinque reati: gestione illecita dei rifiuti, stoccaggio non autorizzato, abbandono di rifiuti sul suolo e inosservanza dei provvedimenti dell'autorità locale. Ipotizzate per ora altre due contestazioni, coi controlli ancora in corso, per discarica abusiva e inquinamento ambientale, dopo che sono comparse in vari punti dell'area sequestrare tracce di percolato.
C'è un'emergenza da affrontare, quella igienico-ambientale. Bisogna trasferire, in un centro di smaltimento, i rifiuti contenuti nei 10 compattatori trovati carichi di rifiuti - e due cassoni pieni d'immondizia - depositati da vari giorni, che emanano un pessimo odore e che hanno fatto alzare i toni della protesta. La Gest.A già dalla scorsa settimana aveva interrotto il servizio della raccolta sul territorio fabrichese.
Gli stessi dipendenti, che non percepiscono lo stipendio da mesi, avevano deciso di fermarsi in segno di protesta. Nelle stesse condizioni vi sono anche altri colleghi sparsi per la provincia. Per i prossimi giorni è in agenda una riunione in Prefettura (il 20 luglio?) coi rappresentanti dei lavoratori, l'azienda e i sindaci per trovare una via d'uscita. A Fabrica per superare l'emergenza il Comune si è rivolto alla Sate di Civita Castellana; a Corchiano, invece il Comune aveva disdetto con la società trevigiana già a novembre. In totale sono 13 i comuni viterbesi in cui opera. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero