“Ridateci il bosco del Sasseto”. Torre Alfina, amena frazione di Acquapendente incastonata al confine con la Toscana, pronta a un sollevamento popolare. Qui esiste un...
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Il bosco del Sasseto, invece, viene affidato al curatore fallimentare Maurizio Longhi nominato dai giudici viterbesi che hanno in mano la pratica. Ebbene, quei 60 ettari in cui la natura si è sbizzarrita regalando uno scenario eletto a monumento naturale dalla Regione Lazio nel 2006, da sempre accessibili a tutti ora sono off limits.
“Senza spingersi indietro di secoli, possiamo sicuramente affermare che dall'Unità d'Italia in avanti il bosco e la popolazione di Torre Alfina sono vissuti in vera e propria simbiosi, con un rapporto diverso per ogni epoca, ma sicuramente talmente stretto che si può definire vitale per entrambi. Indipendentemente dalla proprietà privata, i Torresi sono i custodi naturali ed i proprietari morali di questo tesoro”, scrivono dal consiglio di frazione. Ed è per questo che la scelta del custode giudiziario di chiudere l’accesso al bosco sta sollevando proteste a non finire.
Il cancello con divieto di accesso perché proprietà privata è apparso all’improvviso all’ingresso principale del bosco la scorsa settimana. Tutto è nato perché il direttore della riserva naturale del Monte Rufeno, Massimo Bedini, ha segnalato che l’accesso all’area non avveniva in condizioni di sicurezza. La reazione è stata quella di chiudere.
“Negli ultimi anni – spiega il sindaco Angelo Ghinassi – quel sito è diventato oggetto di un turismo spontaneo e non regolato. Le condizioni in cui versano alcuni spazi, come il mausoleo del marchese Edoardo Cohen, non sono certo delle migliori”. Proprio per garantire la manutenzione e un accesso al pubblico controllato, il Comune a febbraio aveva proposto al tribunale di Viterbo di acquistare il bosco per l’importo a base d’asta. Proposta rifiutata, si andrà all’asta il 21 giugno. Il Comune però non molla: “Abbiamo avviato le procedure per l’esproprio per l’interesse pubblico all’acquisizione del bene. Ma ci vorranno tempi abbastanza lunghi. Nel frattempo, i torresi si sentono lesi nel diritto di accesso acquisito nei secoli. E molte associazioni che organizzavano visite al sito temono danni economici”, conclude Ghinassi. Il sito ora resta accessibile solo a gruppi organizzati dopo aver contattato direttamente il custode giudiziario. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero