Regione Lazio: ecco il regolamento per l'affido, 9 milioni per la tutela dei minori

L'assessore regionale Alessandra Troncarelli
Il Lazio ha il suo primo regolamento per l'affido familiare. Approvato ieri dalla giunta Zingaretti, individua responsabilità, funzioni e compiti affinché...

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Il Lazio ha il suo primo regolamento per l'affido familiare. Approvato ieri dalla giunta Zingaretti, individua responsabilità, funzioni e compiti affinché gli interventi siano omogenei. Lo scopo è facilitare il raccordo tra il servizio distrettuale per l’affidamento e tutti gli attori del percorso di affidamento familiare, garantendo l’interesse dei minori. 


«Per la realizzazione degli interventi a tutela dei più piccoli previsti dal regolamento, la Regione ha a disposizione 9,2 milioni di euro, ovvero il 40% dei finanziamenti del Fondo nazionale per le politiche sociali. Con la deliberazione appena approvata la Regione Lazio disciplina le regole in materia di affidi, conferendo un ruolo primario ai distretti socio-sanitari. Queste strutture dovranno dotarsi di uno specifico servizio distrettuale con il compito di coordinare le équipe dei servizi sociali territoriali, integrate con il personale delle Asl. Così si realizza una rete uniforme nel Lazio che si fa carico delle situazioni familiari più vulnerabili”, commenta l’assessore alle Politiche sociali, Welfare ed Enti locali, Alessandra Troncarelli.

La Regione stabilisce, nell’ambito della programmazione finanziaria annuale dei Piani di Zona, l’ammontare del finanziamento da assegnare al servizio Distrettuale per l’affidamento familiare. Fissa inoltre la dotazione organica del personale, programma gli eventi formativi  e di supervisione, nonché esercita la funzione di monitoraggio.

«L’affido – spiega l’assessore Troncarelli – è inteso come un’azione di solidarietà da parte della comunità sociale nei confronti di un bambino momentaneamente privo di un ambiente idoneo in cui crescere. Una misura – conclude Troncarelli – necessaria per aiutare i nuclei familiari a superare un periodo di difficoltà, investendo sul recupero delle capacità genitoriali da un lato e garantendo un sano sviluppo per i bambini dall’altro». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero