Rapina all’ufficio postale di Canino, i 7 indagati pronti allo sconto di pena

Uno dei rapinatori immortalato dalle telecamere di sorveglianza
Rapina all’ufficio postale di Canino, è subito processo. I primi di settembre i 7 indagati chiederanno, con tutta probabilità, di essere processati con rito...

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Rapina all’ufficio postale di Canino, è subito processo. I primi di settembre i 7 indagati chiederanno, con tutta probabilità, di essere processati con rito abbreviato. Sperando così in un sostanzioso sconto di pena. La Procura di Viterbo, nei scorse settimane, ha chiuso le indagini sulla banda che il 28 novembre scorso svaligiò le Poste del piccolo centro della Tuscia e chiesto l’immediato.

A finire davanti al giudice saranno il 37enne viterbese Bruno Laezza, difeso dall’avvocato Enrico Zibellini, il 25enne Carloni Modesti, difeso dall’avvocato Luigi Mancini, il 28enne di Marta Roberto Gallo, assistito dall’avvocato Giovanni Labate. E ancora il direttore della filiale Massimiliano Ciocia, Domenico Palermo, Daniele Casertano e Christian Lanari, difeso dall'avvocato Samuele Se Santis.

I primi tre indagati sono gli ultimi ad essere finiti sul registro degli indagati e sarebbero gli esecutori materiali della rapina. Gli ultimi 4 invece coloro che avrebbero pianificato a tavolino il colpo e avrebbero aspettato il bottino per spartissero. Tra loro anche quello che per gli inquirenti era l’infiltrato. Un uomo che dall’interno avrebbe potuto aiutato il rapinatore, fornendo preziosi consigli. Un uomo come il direttore delle Poste Massimiliano Ciocia. L’indagato viene fermato dagli investigatori con 30mila euro in contati addosso poco tempo dopo la rapina e arrivato davanti agli investigatori crolla e vuota il sacco. Facendo stringere il cerchio intorno a tutti complici che finiscono in manette. Gli indagati sono ancora tutti rinchiusi in carcere, tranne il direttore che si trova ai domiciliari.

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Il Messaggero