Rapina alle poste di Canino, non passa la linea del concordato

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Rapina alle poste di Canino, non passa la linea del concordato. La Corte d’Appello di Roma ha rigettato la richiesta della difesa dei sei imputati di applicare la stessa...

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Rapina alle poste di Canino, non passa la linea del concordato. La Corte d’Appello di Roma ha rigettato la richiesta della difesa dei sei imputati di applicare la stessa pena a tutti i rapinatori considerando che non tutti possono beneficiare di attenuanti, rinviando per nuova udienza a lunedì prossima davanti a una nuova composizione di giudici.

I sei in attesa del secondo grado di giudizio sono: Domenico Palermo e Daniele Casertano assistiti dall’avvocato Salvatore Orefice e condannati a 5 anni e 8 mesi ciascuno, Christian Lanari difeso dagli avvocati Samuele De Santis e Graziana Papa, condannato a 5 anni, Riccardo Carloni Modesti (avvocato Luigi Mancini) a 5 anni, il direttore delle Poste Massimiliano Ciocia, difeso da Gianni Ceccarelli, a 4 anni e 8 mesi e Roberto Gallo, assistito dall’avvocato Giovanni Labate a 4 anni.

Tutti responsabili della rapina messa a segno il 28 novembre 2020 a Canino quando un uomo, travestito da corriere, entrò nella filiale delle Poste di via Garibaldi poco prima della pausa pranzo. E pistola in pugno si fece consegnare 200mila euro, custoditi nella cassaforte. Dei 7 rapinatori uno è ancora in attesa di giudizio in primo grado, essendo l’unico a non aver scelto il rito abbreviato che consente uno sconto di pena.

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Il Messaggero