«Erano una ventina: due hanno agito, gli altri hanno bloccato gli amici di mio fratello». Questa è la versione della sorella del ragazzo di Vallerano, picchiato...
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La pagina crea frasi banali e poi le attribuisce all'associazione politica di estrema destra per prenderla in giro. Infatti si chiama "Casapound dice cose a cazzo". In meno di 20 giorni ha raggiunto già 26 mila like. «Chi mette il parmigiano sulla pasta al tonno non merita rispetto»: questa la scritta condivisa da Paolo, rilanciata da Kotiomkin (375 mila like), che gli è costata 30 giorni di prognosi e un'operazione al setto nasale. Oggi ne hanno creata un'altra: «Chi ha malmenato Paolo per futili motivi non merita rispetto».
Tornando a quella di esordio, ecco il commento degli ideatori appena saputo dell'accaduto. «Questo è il post dal quale è nata la pagina, scritto dalla stessa mano di chi ora digita. Un gruppo di una ventina di individui di estrema destra ha cercato Paolo e lo ha massacrato di botte solo perché ha esercitato la sua libertà di espressione, punendolo per aver condiviso una battuta su Facebook». Condannano il fatto, auspicano che non si ripeta e che «i colpevoli di questa vile aggressione siano duramente puniti».
Qualcuno ha tentato di minimizzare, spiegando che lo avrebbero pestato solo in due o tre. Blastato così dalla sorella di Paolo: «Consiglio di informarsi prima di sparare fesserie. Erano una ventina e hanno agito in due, con chiaramente gli altri alle spalle pronti a unirsi. Mio fratello era con due amici che sono stati prontamente bloccati. Teoricamente viviamo in un paese fondato su una costituzione antifascista». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero