Quaranta kg di cocaina nel tir, la Cassazione conferma la condanna a 8 anni per l’autista

Sentenza
Quaranta kg di cocaina nel tir, la Cassazione conferma la condanna a 8 anni per l’autista. Angelo Fiore era stato condannato in primo grado a 10 anni di reclusione, ridotti...

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Quaranta kg di cocaina nel tir, la Cassazione conferma la condanna a 8 anni per l’autista. Angelo Fiore era stato condannato in primo grado a 10 anni di reclusione, ridotti in appello a 8 anni. L’autista del mezzo pesante era stato arrestato dalla Guardia di Finanza il l8 febbraio 2019 a Grotte di Castro era stato processato per spaccio con rito abbreviato. Il gip del Tribunale di Viterbo, Francesco Rigato, gli inflisse una dura condanna: dieci anni di carcere e 20mila euro di multa. Nonostante lo sconto di un terzo della pena per la scelta del rito. Il ricorso, presentato dai difensori di fiducia dell’imputato, per la Cassazione è da rigettare. «La doglianza - spiegano i giudici della Suprema Corte - è manifestamente infondata. Il ricorrente, peraltro, si dilunga anche in considerazioni in punto di fatto, improponibili in sede di legittimità, ponendosi la censura ai limiti della ammissibilità».

Il 67enne, fermato per un banale controllo al suo tir davanti al Consorzio agrario di Grotte di Castro, secondo le bolle di accompagnamento avrebbe dovuto trasportare solamente patate da seme. Le fiamme gialle però nel vano della ruota di scorta trovarono 39 panetti di cocaina per un peso lordo di 46 kg. Un carico da oltre tre milioni di euro. La Guardia di Finanza avrebbe iniziato a tenere sotto controllo il mezzo appena varcato il confine italiano. Per poi bloccarlo, con un pretesto, davanti al Consorzio agroalimentare dell’Alto Viterbese dove era prevista una sosta. Qui, dopo un accurato controllo, saltò fuori la cocaina.

Grotte di Castro, però, non era la destinazione finale del mezzo. L’autista, partito con tutta probabilità dal porto di Anversa, avrebbe dovuto portare il carico di droga nella Capitale. Qui la cocaina una volta venduta al dettaglio nella piazza di spaccio romana, avrebbe fruttato milioni. La perizia, richiesta dalla Procura, sulla sostanza confermò la purezza della polvere bianca, con si sarebbero potute ricavare 207.172 dosi medie singole.

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Il Messaggero