Qualità della vita, male sistema salute e lavoro: la Tuscia al 70esimo posto

Qualità della vita, male sistema salute e lavoro: la Tuscia al 70esimo posto
Qualità della vita, la Tuscia migliora ma resta nella parte bassa della classifica. Nell’indagine annuale condotta da ItaliaOggi e dall’Università La...

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Qualità della vita, la Tuscia migliora ma resta nella parte bassa della classifica. Nell’indagine annuale condotta da ItaliaOggi e dall’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, il Viterbese scala 14 posizioni passando dallo scalino numero 84 del 2020 al 70esimo attuale.

Magra consolazione. Il rapporto infatti inserisce la provincia in terza fascia, quella i cui i servizi sono poco efficienti e la qualità della vita scarsa, in coabitazione con altre 21 province molte delle quali hanno visto crescere il divario con metropoli e centri del Nord dopo la pandemia.

Nove gli indicatori sui quali à stata condotta la ricerca: affari e lavoro, ambiente, disagio sociale e personale, istruzione-formazione e capitale umano, popolazione, reddito e ricchezza, sicurezza, sistema salute e tempo libero. Nel Lazio peggio della Tuscia fanno Frosinone (80) e Latina (82), poco meglio Rieti (64 ma in pesante regressione dalla 37esima) e Roma (54). A trascinare il Viterbese verso il basso sono tre voci in particolare: ambiente, sistema salute e affari e lavoro.

La prima classifica conferma i dati di ‘Ecocentro urbano’, l’indagine realizzato da Legambiente e Ambiente Italia che tiene contro di 18 parametri legati alla sostenibilità ambientale, di una settimana fa. La scarsa capacità di interpretare le esigenze green e di far funzionare la macchina della raccolta differenziata (66esimo posto, in coda nel Lazio), valgono la posizione numero 88 su 107 province.

Fa peggio il sistema salute che, con il 97esimo posto, non entra di un soffio nella lista delle peggiori dieci confermando quanto già emerso dal rapporto benessere dell’ISTAT di settembre in cui al tasso di emigrazione sanitaria, tre le più alte della Regione, si aggiungeva la scarsità di posti letto e medici.

Altro dato che fa male è quello legato all’incidenza dei tumori che rappresentano il 30% della causa morte (98). Capitolo Affari e Lavoro, se da una parte viene sottolineato il dinamismo del tessuto imprenditoriale, quarto posto nella classifica di imprese ogni 100mila abitanti, dall’altra emerge la scarsa capacità di accompagnare alla nascita start up innovative (87) e  del sistema produttivo di generare lavoro e ricchezza sul territorio (73, + 8 rispetto al 2020).

 La difficoltà della Tuscia è testimoniata poi dai dati sull’occupazione giovanile (72). Non brilla, Viterbo, neppure nella classifica dei redditi e in quella della popolazione. Va meglio in quella del tempo libero e in quella che tiene conto del sistema di istruzione, formazione e capitale umano (posizione numero 52 per entrambe). Ultimo capitolo è quello riservato alla ‘sicurezza sociale’ (che tiene conto del disagio personale e sociale) in cui la Tuscia chiude 24esima.

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Il Messaggero