Pulizie negli ospedali, è stallo sul rinnovo dei precari. Cgil e Cisl: «Carichi di lavoro diventati intollerabili»«»

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“Come si può garantire un servizio di qualità senza 27 persone che prima erano ritenute necessarie? E la sicurezza degli utenti nonché degli stessi lavoratori, operando nelle condizioni attuali?”. Tornano alla carica i sindacati: sull’appalto delle pulizie nelle strutture sanitarie della Tuscia, ancora nulla di fatto. Sono 27 i lavoratori che, assunti durante l’emergenza Covid per garantire i necessari standard di sanificazione, non si sono visti rinnovare il contratto in scadenza il 30 settembre. Vani sinora gli incontri e le promesse fatte. “Dopo più di 20 giorni di appuntamenti tra la Asl e le aziende che si occupano dell’appalto, si è giunti ad un punto morto”, denunciano Donatella Ayala, segretaria della Filcams Cgil, e Guido Calà, responsabile della Fisascat Cisl.

“Purtroppo, malgrado il tempo investito nei numerosi incontri dalla dirigenza dell’azienda sanitari e dalle società coinvolte (Meranese Servizi, capofila del raggruppamento temporaneo di imprese di cui fanno parte anche la Iss Italia srl e la Jobbing Soc. Coop., ndr), la situazione – denunciano Ayala e Calà - è ferma. Ad oggi, 27 lavoratori non conoscono il loro destino. Le promesse che le società avevano fatto di non lasciare a casa nessuno, di riassorbire a mano a mano i lavoratori non sono, al momento, state mantenute”.

Una situazione che ha riflessi anche sui colleghi rimasti. “I lavoratori a tempo indeterminato – continuano i sindacalisti – stanno operando in condizioni notevolmente peggiorate rispetto a prima, soprattutto nelle strutture periferiche e negli ospedali: i carichi di lavoro sono aumentati drasticamente e i loro parametri orari sono ancora fermi. La pulizia dell’ospedale, degli ambulatori periferici, delle strutture Asl del Viterbese sono nelle mani di questi dipendenti che fanno il possibile ma sono allo stremo, non potranno a lungo reggere i ritmi ora sostenuti, non si sentono supportati da nessuno che può facilitare loro il delicatissimo lavoro che svolgono quotidianamente”.

Nel momento del cambio appalto, avvenuto lo scorso anno, furono coinvolti 132 lavoratori a tempo indeterminato e 24 lavoratori a tempo determinato. Oggi, il totale è fortemente ridotto, non solo per il mancato rinnovo dei precari: negli ultimi mesi si sono susseguite dimissioni, pensionamenti, congedi, aspettative e, malgrado ciò, il personale uscito non è stato rimpiazzato. Eppure, gli immobili da pulire non sono diminuiti. “Siamo molto preoccupati di come possa essere garantito il servizio in queste condizioni. Fra l’altro con una pandemia che non accenna a finire. Si parla di metrature da pulire per lavoratore, si parla di produttività ma non sono, a nostro avviso, tematiche che possono interessare o riferirsi agli ambienti sanitari. Chiediamo – concludono Ayala e Calà - un nuovo incontro con tutte le parti interessate e continueranno a monitorare la situazione attivandoci con tutte le iniziative che riterranno opportune, ovviamente concordate con i lavoratori coinvolti”.

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Il Messaggero