Marta, psicosi da bocconi avvelenati dopo la morte del cane Mia

Marta, psicosi da bocconi avvelenati dopo la morte del cane Mia
A Marta è psicosi da bocconi avvelenati. Dopo la denuncia presentata da Alessia Meloni per la morte di Mia, il pastore tedesco di due anni deceduto in pochi minuti dopo una...

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A Marta è psicosi da bocconi avvelenati. Dopo la denuncia presentata da Alessia Meloni per la morte di Mia, il pastore tedesco di due anni deceduto in pochi minuti dopo una passeggiata sul lungolago, nella cittadina è scoppiato l'allarme alimentato da un tam tam di voci incontrollate su altri episodi. In realtà, dal comando dei carabinieri di Montefiascone specificano che al momento risulta un solo caso di presunto avvelenamento.


«Non abbiamo ricevuto altre segnalazioni. Inoltre, sapremo con certezza cosa è successo solo una volta ottenuto il certificato medico. Verosimilmente - spiega il comandante, capitano Antonino Zangla - viste le modalità con cui è avvenuto il decesso si tratta di avvelenamento ma per avere un quadro preciso occorre attendere le analisi». Di certo, i carabinieri subito dopo l'esposto sono scesi in campo per pattugliare l'area. «Abbiamo svolto i controlli necessari ma non abbiamo trovato esche».

Al momento, insomma, la morte di Mia è un caso isolato. Lo confermano le ispezioni volute ieri dal sindaco Maurizio Lacchini. Le guardie ecozoofile, insieme alla proprietaria del cane, hanno ripercorso il tragitto di giovedì sera quando l'animale, dopo una passeggiata tra il centro storico e il ristorante Il Pirata, si è sentito male. Nessuna esca è stata rinvenuta nonostante sui social sia partito un cortocircuito di segnalazioni contrastanti circa altri bocconi rinvenuti e ulteriori vittime. Ma questo non aiuta a smorzare le preoccupazioni.

«Si tratta di un gesto vile e ignobile. Per tranquillizzare i martani - spiega Lacchini - avevamo pensato di pattugliare la zona con cani muniti di museruola ma sarebbe troppo rischioso per la loro incolumità. Abbiamo però fatto controlli a piedi e faremo altri pattugliamenti. In passato non era mai successo un episodio simile e vogliamo evitare che si ripeta». Intanto, Meloni rivela che, a una prima analisi del veterinario che ha cercato di salvare Mia, il veleno usato sarebbe stricnica o, in alternativa, lumachina. «Rientrati dalla passeggiata - racconta - il cane si è subito sentito male, iniziando a defecare in giro per casa per poi cadere in preda a convulsioni con bava alla bocca. Sono subito corsa dal medico che lo ha sedato per tentare una lavanda gastrica ma è morto in pochi minuti per arresto cardiaco conseguente a emorragia. Che si tratti di avvelenamento non c'è dubbio».


Ed è per tutelare altri animali e anche le persone che la ragazza ha sporto denuncia: «Mi sono chiesta cosa sarebbe successo se, anziché Mia, il veleno fosse stato inavvertitamente ingerito da un bambino». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero