Processo al santone di Acquapendente, si riprende l'anno prossimo

Tribunale
Costringeva le adepte a bere la sua urina e a praticare favori sessuali, il processo al santone di Acquapendente riprende l’anno prossimo. Il maestro Lino, al secolo...

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Costringeva le adepte a bere la sua urina e a praticare favori sessuali, il processo al santone di Acquapendente riprende l’anno prossimo. Il maestro Lino, al secolo Pasquale Gaeta, è accusato di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale ai danni di due ragazze e esercizio abusivo della professione di psicologo.

Parti civili la mamma di una delle due presunte vittime, una giovane adepta e l’ordine degli psicologi. Ieri mattina il collegio del Tribunale di Viterbo ha calendarizzato le udienze che dovrebbero portare alla sentenza. La prima è stata fissata a gennaio 2024, quando dalla data dei presunti abusi sessuali saranno passati più di sei anni. A far scoppiare il caso fu la mamma di una delle presunte vittime.

La donna, che non riusciva più ad avere contatti con la figlia 24enne, con uno stratagemma avrebbe messo dei registratori a casa dell’uomo dove avrebbe scoperto che la figlia era diventata una schiava. Subito dopo ha presentato denuncia. Nella comunità del maestro Lino però sarebbero entrate diverse ragazze, tutte con l’intenzione di percorrere il “cammino catartico” e purificarsi. Cammino che, per la pm Paola Conti che ha indagato sul caso raccogliendo oltre 2.500 atti d’indagine, si sarebbe trasformato in un vero e proprio plagio. Psicologico e sessuale.

La figlia della donna parte civile, assistita dall’avvocato Vincenzo Dionisi, che è stata già ascoltata durante l’incidente probatorio si è completamente disinteressata della vicenda e non è più assistita da un difensore.

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Il Messaggero