Un risultato è negativamente netto nella vittoria, altrettanto positivamente nella sconfitta. Non è una domanda alla Marzullo. Le primarie del Partito democratico...
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Già, i numeri. Vanno letti e riletti i dati del popolo dem. Soprattutto alla verifica delle personalizzazione di queste primarie di partito lanciata dal deputato Giuseppe Fioroni - neoalfiere del renzismo - contro tutto il resto del mondoo. Nelle sue intenzioni il voto, quello nel capoluogo su tutti, avrebbe dovuto certificare la sua leadership - e quella dei suoi discepoli - all'interno del suo partito nella sua provincia. Così non è stato. Anzi, sembra quasi che di fronte
alla bulimia politica di uno per marcare il territorio, sia emersa più forte quella delle reazione.
Dicono i numeri: il segretario a livello nazionale è arrivato al 71,1% e il ministro della Giustizia al 21,1%. Non serve la calcolatrice per registrare che a Viterbo Matteo è sotto di oltre 10 punti sul dato nazionale. e che Orlando è sopra di 15 (quindici) punti percentuali. Vittoria sì, ma con tanti strascichi e ripercussioni. Soprattutto a livello locale.
Perchè il successo che sa di mezza debacle è sottolineato dalla considerazione che a Viterbo il Pd è un partito molto di centro e poco di sinistra, emblema quasi di una città storicamente democristiana per eccellenza.
Chi esulta per i dati, pur nella sconfitta, è dunque il resto del partito viterbese. Quello che si è messo a rincorrere il voto per Orlando e contro Renzi nei circoli di mezza Tuscia. Perchè se lo sfidante legge il suo miglior risultato di ieri nel 34,4% della "sua" Liguria, quel 36,38% del Viterbese arriva a salire sul podio dei responsi personali nazionali. (il Lazio, ad esempio, è al 28%). Enrico Panunzi, il consigliere viterbese che ha "portato" Orlando (capolista nella mozione annesssa) per una sua affermazione ai gazebo, non nasconde la soddisfazione: «Abbiamo dimostrato di essere radicati sul territorio, di avere una solida base su cui contare. Sono poi soddisfatto per la grande affermazione personale. Ripercussioni sul piano locale? Diciamo che a questo punto avremo voce in capitolo su ogni passaggio che andremo ad affrontare sul territorio. Perchè lo hanno deciso i nostri iscritti e non, che sono andati liberamente a votare».
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Il Messaggero