Presentato a Viterbo il libro sulla storia della ceramica di Civita Castellana

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Presentato a Viterbo il libro sulla storia della ceramica di Civita Castellana
L'opera di Augusto Ciarrocchi ricostruisce l'evoluzione dell'industria civitonica dal 1792 al 1929 È stato presentato presso la sede di Unindustria Viterbo il...

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L'opera di Augusto Ciarrocchi ricostruisce l'evoluzione dell'industria civitonica dal 1792 al 1929 È stato presentato presso la sede di Unindustria Viterbo il libro “L’industria della ceramica di Civita Castellana. Fabbriche e ceramiche dal 1792 al 1929” scritto dall’imprenditore Augusto Ciarrocchi, Presidente di Ceramica Flaminia e Vice Presidente di Confindustria Ceramica.

A presentare il libro, oltre all’autore, Silvia Valentini, direttrice del Museo della Ceramica della Tuscia della Fondazione Carivit.

Tra i presenti Sergio Saggini, Presidente Unindustria Viterbo, e Simonetta Coccia, Presidente Comitato Piccola Industria Viterbo. L'incontro, a cui tra gli altri hanno partecipato gli studenti dell'Istituto Midossi di Civita Castellana, si è tenuto nell'ambito della Settimana della Cultura d'Impresa di Confindustria, in cui da 22 edizioni attraverso eventi, visite aziendali e occasioni di confronto uomini e donne d’impresa si impegnano a raccontare e promuovere i valori dell'impegno imprenditoriale. Tra i pre Il volume ricostruisce le fasi salienti dell'industria di Civita Castellana, dalla fine del Settecento alla grande crisi del 1929. La storia di imprese e tecniche produttive si intreccia magistralmente con quella dei ceramisti e delle loro famiglie, seguendo anche l'evoluzione politica, economica e sociale del territorio.

“Ho iniziato questo viaggio perché mi sono appassionato alla storia dei ceramisti, che raggruppa imprenditori e operai – spiega l'autore – Sono partito dal 1792, anno della concessione a favore dei Mizelli e di Valadier per l'apertura della prima 'fabrica' pontificia, e mi sono spinto fino al 1929, riservando particolare attenzione all'avvento della ceramica sanitaria”.

La ricerca è frutto di un lavoro certosino durato cinque anni, un complesso sforzo d'indagine che ha permesso all'autore di risalire alle radici storico-sociali della ceramica locale, dalla fase artigianale a quella industriale, incrociando dati e fatti storici reperiti tramite gli atti ufficiali della fondazione, i registri di stato civile, la mastodontica documentazione comunale e una variegata documentazione in mano ai privati.

“La ceramica è la memoria storica della città, da tramandare alle generazioni future affinché questo patrimonio non venga disperso e torni a essere il collante sociale e identitario della comunità e del territorio”.

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Il Messaggero