Pm picchiato dal boss, il giallo del fax

Pm picchiato dal boss, il giallo del fax
«Non sapevo ci fosse il sostituto procuratore Giovanni Musarò a Mammagialla per un interrogatorio, l'ho saputo solo a fatti accaduti». L'ex direttrice...

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«Non sapevo ci fosse il sostituto procuratore Giovanni Musarò a Mammagialla per un interrogatorio, l'ho saputo solo a fatti accaduti». L'ex direttrice del carcere di Viterbo, Teresa Mascolo, racconta in aula l'aggressione al pm antimafia (e oggi del caso Cucchi), arrivato nell'istituto penitenziario il 7 novembre 2012 per interrogare il capoclan della ndrina Domenico Gallico, condannato a 7 ergastoli. Gallico riuscì a colpire con pugni e calci il sostituto procuratore, rompendogli il naso. Musarò si salvò dalla furia del boss grazie all'intervento dell'avvocato Luigi Mancini, chiamato d'ufficio ad assistere Gallico. Per questo fatto sono imputati tre agenti della penitenziaria che lasciarono il boss libero di agire.

I tre agenti, difesi dall'avvocato Remigio Sicilia, devono rispondere di violata consegna e falso ideologico. Quel mercoledì mattina nella sala colloqui della sezione di massima sicurezza 41 bis, dove il pm avrebbe dovuto parlare con il capoclan, non sarebbero entrati i tre agenti della polizia penitenziaria. Lasciando il boss senza manette e libero di colpire Musarò. Il pm, alcuni giorni prima dell'interrogatorio, inviò un fax alla direzione del carcere per chiedere che il detenuto fosse ammanettato e che due agenti fossero presenti. Il fax però non sarebbe mai arrivato sulla scrivania della Mascolo. «Sarebbe grave se mi fosse sfuggita una comunicazione del genere ha detto ancora l'ex direttrice di Mammagialla -. Forse non è stato smistato, sempre che sia pervenuto».
Il fax sarebbe stato inviato il 29 ottobre 2012 dallo stesso pm e ricevuto dal carcere alle 8.49. Il motivo per cui non sia stato vistato e portato all'attenzione resta un giallo. O un difetto di comunicazione. La mancata lettura del fax non sarebbe l'unica cosa che non torna. Agli atti c'è anche un verbale di perquisizione di fatto sottoscritto da quattro agenti. «Eravamo solo in due ha raccontato un testimone non so perché ci sono tutte quelle firme. Non era una prassi andare senza un ufficiale, forse lo abbiamo fatto per velocizzare i tempi».

Discrepanze tra le versioni, nei verbali e mancate comunicazione. Di fatto quel giorno nel circuito di Mammagialla è saltato. Qualcosa che ha fatto sì che Gallico riuscisse a mettere le mani addosso all'uomo che aveva sbattuto in galera tutta la sua famiglia. Musarò non ha denunciato poi Gallico per evitare di astenersi dal processo contro la cosca. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero