Piscina comunale chiusa per debiti, la rabbia di quanti la utilizzavano (e hanno pagato l'abbonamento)

Il cartello affisso all'entrata della piscina comunale
«Siete indecenti. Lunedì avete preso i soldi per un abbonamento di 3 mesi. Sottolineo lunedì». La...

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«Siete indecenti. Lunedì avete preso i soldi per un abbonamento di 3 mesi. Sottolineo lunedì».


La rabbia corre sui social. Anche perché la piscina comunale è chiusa e al telefono non risponde nessuno. Poche parole sul profilo Facebook di Larus Sport center: «Si comunica che la struttura per problemi tecnici resterà chiusa e comunicheremo appena possibile la data di riapertura». All'incirca le stesse parole stampate e affisse sul cancello ieri mattina. Ma ormai tutti i soci sanno che i cosiddetti problemi tecnici significano che Talete ha di nuovo chiuso l'acqua, perché non è stata pagata la rata di 13mila euro scaduta il 15 marzo. Rata frutto di un accordo di dilazione ottenuto a gennaio tra i gestori e la spa per consentire di riallacciare la fornitura dopo il primo distacco per morosità.

«Le abbiamo provate tutte per evitare la chiusura, ma la verità è che finora ci hanno presi in giro», è costretto ad ammettere il sindaco Giovanni Arena. «Abbiamo avuto diversi incontri durante i quali la Larus-Maco ha preso impegni, promesso di pagare, nascosto la reale situazione economico-finanziaria. Oltre alle bollette non pagate a Talete, sappiamo che hanno debiti per circa 60mila euro con il fornitore di gas, tra i 180 e i 190mila con il Comune, oltre agli stipendi arretrati ai dipendenti. Insomma - continua il primo cittadino - nonostante le loro rassicurazione, la verità è che non sussistono le condizioni per garantire il servizio».

Senza acqua, la struttura è stata chiusa senza tra l'altro che il gestore della palestra, data in subappalto nei mesi scorsi, ne sapesse nulla così come i titolari delle attività commerciali attive all'interno dell'immobile comunale e che pagano un affitto alla Larus-Maco. Eppure, fino all'ultimo, hanno continuato a incassare abbonamenti e pacchetti. E ora i soci si ritrovano ad aver pagato per un servizio che non esiste. Già nei giorni scorsi i legali del Comune avevano avviato le procedure di rescissione del contratto. «Ma pensavamo di poter arrivare a giugno o a luglio, così da chiudere ad agosto e ripartire a settembre», continua Arena.


Ora la situazione è precipitata: ieri il sindaco ha scritto alla Federazione nuoto, ma è difficile che si riesca a ripartire a breve con un affidamento ponte. L'ipotesi più plausibile è che occorra aspettare il nuovo bando. Nel frattempo, gli impianti senza manutenzione rischiano di compromettersi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero