​Pestarono a sangue un detenuto di fede islamica, 5 pregiudicati a processo

Mammagialla
Pestarono a sangue un detenuto di fede islamica, riprende il processo per tentato omicidio in carcere a 5 detenuti. Tra gli imputati anche un boss legato alla criminalità...

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Pestarono a sangue un detenuto di fede islamica, riprende il processo per tentato omicidio in carcere a 5 detenuti. Tra gli imputati anche un boss legato alla criminalità organizzata capitolina di Tor Bella Monaca. Il procedimento è ripreso ieri mattina davanti al collegio che - a causa di un impedimento - ha rinviato tutto al 6 dicembre prossimo. 


Il 29 ottobre 2016 sei detenuti del carcere di Mammagialla si avventarono contro un altro detenuto di fede islamica e lo picchiarono fino a mandarlo in terapia intensiva.

Per cinque di loro è iniziato il processo per tentato omicidio, davanti al collegio del Tribunale di Viterbo. La vittima si è costituita parte civile. Il sesto imputato, inizialmente fu stralciato, ma già dalla prossima udienza tornerà a riunirsi con gli altri detenuti. Al meno nell’aula del Tribunale di Viterbo. «Il pestaggio - spiegò un agente della penitenziaria in servizio quel giorno - è durato 7 minuti. Dalle 16,50 alle 16,57. Ed è stato ripreso dalle telecamere di video sorveglianza. Le prime immagini mostrano il gruppo di detenuti che parla nella sala socialità. Poi il gruppo è stato attratto dal passaggio della vittima.

E in pochi secondi hanno iniziato ad aggredirlo. Uno gli ha sferrato un pugno al volto, un altro lo ha colpito con un calcio e lo ha steso a terra. Mentre era a terra altri tre hanno continuato a colpirlo». Il gruppo poco dopo avrebbero visto un altro detenuto, amico della vittima, e avrebbe iniziato ad accanirsi anche su di lui. Il detenuto di fede islamica, con una profonda lesione alla testa, fu trasportato a Belcolle in prognosi riservata. Nella rissa rimase coinvolto anche uno degli agenti di polizia penitenziaria che intervenne per ristabilire l’ordine all’interno del carcere. Per completare l’istruttoria mancano ancora dei testimoni, tra cui ex detenuti che potrebbero fornire dettagli preziosi per ricostruire il movente. Si torna in aula a dicembre.

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Il Messaggero