Quadri d'autore negli uffici della Asl Recuperato un Paternesi dimenticato

Il Gesù Crocifisso abbandonato presso i Ss Simone e Giuda
VITERBO - Promette grosse sorprese l’indagine della Procura che da mesi lavora per recuperare al patrimonio comune oggetti d’arte e storici finiti nel dimenticatoio di qualche...

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VITERBO - Promette grosse sorprese l’indagine della Procura che da mesi lavora per recuperare al patrimonio comune oggetti d’arte e storici finiti nel dimenticatoio di qualche edificio pubblico o, peggio, in ville private o ricettati da antiquari senza scrupoli.


L’ultimo colpo l’altro giorno, quando i “segugi” del Riello dopo avere stanato due importanti opere nei locali della Asl di Viterbo, hanno ottenenuto che fossero rimosse ed esposte presso il Museo Diocesano.



Si tratta de “La deposizione” del maestro viterbese Alessio Paternesi, ancora vivente, e di uno Hieronimus, dipinto olio su tela del ’500, donato dalla famiglia Farnese insieme all’omonimo palazzo perché divenisse sede dell’ospedale di Viterbo. Il primo era finito in un angolo dell’antico palazzo, tra vecchia mobilia e il guano dei piccioni. È stato un ispettore di polizia a riconoscerlo durante una delle ispezioni.



Il dipinto è stato così preso in consegna dalla Soprintendenza ai beni culturali che l’ha addirittura vincolato. Lo stesso autore, oggi 77enne, ha potuto ammirarlo nel museo di piazza del Duomo. Visibilmente commosso, perché di quell’opera realizzata più di 50 anni fa si era quasi dimenticato persino lui.



Per ammirare “la pianta di tutte le selve del venerabile ospedale dell’illustrissima comunità”, ovvero l’antica mappa del territorio dell’ospedale vecchio di Hieronimus, bastava invece fare un salto nell’ufficio della Cittadella riservato al direttore generale e accessibile a pochi: l’opera era lì appesa dietro la poltrona del dg dal momento della chiusura del vecchio edificio nel 2005.



’è da dire che da quando l’inchiesta è partita (ci sono state ispezioni al Palazzo Farnese, ma anche al complesso dei Santi Simone e Giuda, negli ospedali di Acquapendente, Ronciglione e Civita Castellana), l’azienda su input del manager Luigi Macchitella ha avviato un percorso di collaborazione con la Procura, dando il via all’inventario e al recupero dei tanti tesori “ereditati” coi vecchi palazzi storici. Emblematico il caso del Gesù crocifisso ligneo di epoca medievale che si stava deteriorando nell’ex “Spedale degli armeni” e ora avviato al restauro. Non basta. La Procura si è interessata anche del monastero di Santa Rosa: anche qui è in corso un’importante opera di recupero dell’edificio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero