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Capeggiano rispettivamente le liste Arlena bene comune e Per Arlena di Castro Centrodestra: da una parte l'uscente e già plurisindaco Publio Cascianelli, dall'altra a tentare di sfilargli la fascia c'è Fabio Magno. E la sfida parte già col turbo.
Primo cittadino per più mandati già dagli anni '90, perché Cascianelli ci riprova? «Non posso farne a meno: quando ho deciso di tirare i remi in barca dice - poi molta gente che mi ha chiesto di continuare. E intorno non c'è un'alternativa valida». La candidatura di Magno invece «nasce dalla consapevolezza delle opportunità spiega - che ci si pongono davanti dopo le enormi difficoltà che la pandemia ci ha portato».
Nella lista avversaria una cosa ha notato Cascianelli: «E' fatta da persone che abitano a Roma, Civita Castellana, Soriano, Canepina e Fabrica: non c'è nessuno di Arlena. E la persona che ha autenticato le firme delle candidature è un certo Alessandro Romoli». Un quadro che lo induce Cascianelli a pensare male: «La lista civica continua - potrebbe servire a questo: anche con un voto entrano tre consiglieri, che sarebbero utili per il rinnovo del presidente della Provincia e del consiglio».
Anche Magno affonda su vari punti. «Qui ho visto una ricchezza fatta di luoghi e tradizioni importanti commenta - ma poco nota, in una parte della nostra Tuscia che invece ne è il cuore. Il progetto che ho iniziato a portare avanti per Arlena è creare un modello di vivibilità che passi dalla valorizzazione del patrimonio storico artistico culturale locale. Una valorizzazione innovativa, consapevole di come oggi sia cambiato tutto e non basti più svolgere azioni singole e spesso slegate, come si è abituati a vedere da 25 anni a questa parte. È uno spreco di risorse perché improduttivo».
Nel programma Magno punta su servizi tecnologici e digitali e sul collegamento logistico con infrastrutture «che concorrono a rivalutare antiche tradizioni produttive legate alla terra, per una rinascita delle attività turistiche esperienziali». Cascianelli invece punta tra le altre cose - a ottenere fondi per l'urbanizzazione della zona artigianale, utile all'insediamento di nuove attività, e alla riqualificazione del centro, con un occhio rivolto a giovani e anziani.
Il Messaggero