«Parco eolico, ecco perché no». Al Mite 33 osservazioni. Ci sono anche i 3 Comuni: Viterbo, Montefiascone, Celleno

«Parco eolico, ecco perché no». Al Mite 33 osservazioni. Ci sono anche i 3 Comuni: Viterbo, Montefiascone, Celleno
“Parco eolico, ecco perché no”. Sono 33 in tutto le osservazioni inviate al ministero della Transizione ecologica sul progetto che prevede l’installazione...

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“Parco eolico, ecco perché no”. Sono 33 in tutto le osservazioni inviate al ministero della Transizione ecologica sul progetto che prevede l’installazione di 13 pale alte 250 metri in una fascia di territorio tra Viterbo, Montefiascone e Celleno. C’era tempo 30 giorni dopo la pubblicazione dell’avviso al pubblico avvenuta il 19 ottobre per intervenire nella procedura di valutazione di impatto ambientale. Chiusa questa fase, adesso spetterà alla società norvegese Fred Olsen Renewable che ha presentato l'istanza rispondere con le proprie controdeduzioni.

Al Mite hanno scritto semplici cittadini, associazioni e i tre Comuni sui cui territori potrebbero sorgere le 13 turbine. L’opposizione degli enti locali era stata annunciata dalla sindaca Frontini in consiglio. Era il 17 novembre: “Presenteremo un documento condiviso”. Una decisione non scontata, visto che i Comuni potranno esprimere il proprio parere più avanti. A sorpresa però i documenti agli atti sono due: uno per Viterbo e Celleno insieme, l’altro per Montefiascone. Approcci diversi: Frontini e il collega Marco Bianchi esprimono “valutazioni” generali e sulla base di queste concludono che “il territorio della Tuscia non è l’ubicazione ideale ad ospitare questi impianti”.

L’ultima parola, premettono però, spetterà ai rispettivi uffici tecnici. Invece, la relazione firmata dalla sindaca Giulia De Santis entra proprio negli aspetti tecnici: 13 pagine con riferimenti legislativi e mappe. Già il punto uno è netto: “Area di intervento non idonea in relazione alla stretta connessione del sito con valenze paesaggistiche tutelate e beni culturali”.

Condivisa da tutti e 3 i comuni è la preoccupazione per il territorio. “La prima considerazione da fare – scrive Montefiascone - è che la Rocca dei Papi si vedranno tutte e 13 le torri eoliche e che le stesse si andrebbero a collocare proprio davanti al colle, a una distanza ed una altezza di circa 120 metri maggiore della rocca stessa”. Dal canto loro, Viterbo e Celleno chiedono “di valutare adeguatamente l’impatto con il sottosuolo degli elementi di fondazione e l’interferenza degli stessi con le falde acquifere, evidenziando che il territorio della Tuscia è caratterizzato da importanti sorgenti termali”.

Eolico contro biologico. Una impresa avicola lamenta possibili danni: “Con la realizzazione della pala eolica t4 si andrebbe ad occupare parte dell’azienda nella quale si svolge una attività avicola biologica". Un’altra osservazione parla di “svalutazione degli immobili”.

Alcune osservazioni meriterebbero un approfondimento a parte. Oltre all'impatto cumulativo dovuto a tanti progetti per le rinnovabili industriali, tutti concentrati in quell'area e più in generale nella Tuscia, c’è chi segnala anche un impatto cumulativo dei cavidotti che serviranno a collegare gli impianti alla centrale di Grotte Santo Stefano. Un dedalo.
 

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Il Messaggero