Parassiti delle piante, la difesa è il controllo biologico: esperti da tutto il mondo riuniti a Viterbo

Il campus di Agraria al Riello
Si svolge da 20 anni, ma arriva in Italia per la prima volta. E a Viterbo. “Biocontrol 2019” è il convegno di livello internazionale che da domani a...

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Si svolge da 20 anni, ma arriva in Italia per la prima volta. E a Viterbo. “Biocontrol 2019” è il convegno di livello internazionale che da domani a giovedì vedrà la città – ma anche parte della provincia – invasa da studiosi provenienti da tutto il mondo. Il tema? Perfettamente calzante con quella che è la provincia agricola del Lazio: il controllo biologico delle malattie batteriche delle piante.


L’appuntamento è al polo di agraria dell’Università della Tuscia, che ha organizzato l’evento insieme alla Fao. «Si parlerà di difesa biologica, riduzione della chimica, salvaguardia dell’ambiente e tutela dei consumatori – dice Giorgio Balestra, fitopatologo del Dafne - da patologie di natura batterica. Parliamo di problemi di nocciolo, kiwi, pomodoro, ulivo, tutte le principali colture affette da parassiti. Le strategie di difesa sono ridotte, quindi gli specialisti del mondo si radunano per confrontarsi e dare soluzioni». La collaborazione con la Fao? «Non succede tutti i giorni, abbiamo però anche il patrocinio e supporto del Comune. Ci saranno duecento studiosi provenienti da Cina, centro America, Russia, Nuova Zelanda, Argentina, Europa, India».

Anche l’impatto turistico non sarà secondario, rispetto a quello scientifico: per una settimana le strutture ricettive saranno prese d’assalto. Ma non solo: nell’arco della tre giorni saranno portati a visitare il centro storico, il lago di Bolsena a Montefiascone, dove saranno presentati vini biologici. «Si lega l’aspetto culinario a quello tecnico del convegno. Alla fine del secondo giorno si potrà andare alle Terme dei Papi, che sono una peculiarità unica della nostra zona, e il terzo a Capodimonte per fare il giro del lago con guida in lingua».


Sono previsti anche tre crediti formativi per i dottori agronomi e forestali e 18 per i periti agrari. «Per i lavori ci sarà la traduzione in simultanea dall’inglese all’italiano, la sintesi - spiega Balestra - finirà inoltre su una rivista scientifica internazionale entro la fine dell’anno, il Journal of plant pathology, che ha un impatto scientifico importante». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero