Palazzo a fuoco, si allungano i tempi di rientro. «C'è gente in mezzo alla strada e il Comune non fa nulla»

L'intervento dei vigili del fuoco
«In quel palazzo ci sono diverse persone in difficoltà, che non sanno dove andare. Perché il comune non interviene?». Dopo l’incendio di sabato...

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«In quel palazzo ci sono diverse persone in difficoltà, che non sanno dove andare. Perché il comune non interviene?». Dopo l’incendio di sabato sera, in via della Caserma 7, i tempi di rientro a casa si stanno allungando, creando disagi enormi. «Se siamo fortunati ci vorranno almeno un paio di settimane»: a metterci la faccia è uno dei condomini, Stefania Valenti, «non tanto per me, che ho la possibilità di aspettare, ma per chi è rimasto in mezzo a una strada».


Il rogo ha lasciato segni. Non solo quelli neri dovuti alle polveri scatenate dalle fiamme. «Il comune – dice Valenti - non ha fatto assolutamente nulla, se non un primo intervento con la polizia locale a presidiare. Ma nessuno si è interessato di sapere dove e come si sarebbero potute sistemare le persone rimaste fuori casa: alcune non sanno dove andare, tra queste c’è anche una donna incinta». L’albergo avrebbe garantito le prime due notti, «poi si deve pagare e attendere il rimborso. Non tutti se lo possono permettere, le procedure sono lunghe. Sotto il portone del condominio c’era questa donna incinta insieme al marito, non possono stare in mezzo alla strada, abitano lì da anni, sono bravissime persone e ci hanno chiesto aiuto. Ma anche noi purtroppo siamo in una posizione disagiata».

Il sindaco Leonardo Michelini la sera dell’incendio era sul posto, il comune si sarebbe fatto carico di trovare alloggio a un paio di famiglie. Con lui però ha il dente avvelenato, almeno quanto l’aria nel palazzo. «Nessuno ha preso in mano la situazione, chiedendo quante sono quelle in difficoltà. Ringraziamo invece i vigili del fuoco per il lavoro svolto. Io – continua Valenti – piantono la mia abitazione da quando c’è stato l’incendio e nessuno mi ha chiesto nulla. Sono circolate voci che lunedì sera saremmo stati a casa: non ci staremo prima di due settimane, se va bene. Perché le polveri depositate, pericolose e cancerogene, rendono necessaria una bonifica seria, lì dentro non si respira».


Oggi dovrebbe arrivare un’impresa specializzata da fuori Viterbo, poiché qui non ce ne sono. «E’ stata interpellata dall’amministratore, che ha tutto in mano: ci metterà quattro giorni solo per montare il cantiere, poi almeno dieci per la bonifica». Intanto i condomini pagano di tasca loro un vigilantes per evitare episodi di sciacallaggio. Resta però la domanda fatidica: «Possibile che il comune non riesca ad anticipare le spese – conclude – o ad allocare 20 persone?». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero