All'ospedale di Tarquinia arrivano oltre 5 milioni di euro (5.403.855 per la precisione). Anzi, sarebbe meglio dire che tornano. Sì, perché il progetto originario di...
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IL VECCHIO PLASTICO
A inizio 2003 erano stati stanziati poco meno di 11 milioni di euro per un piano straordinario di messa in sicurezza. Girava, allora, addirittura un plastico per mostrare come l'ospedale sarebbe diventato. I lavori sono stati aggiudicati nel marzo del 2005 dall'impresa consorzio Esi. Tempi previsti: 925 giorni, decorrenti dal verbale di consegna. Insomma, per il 27 novembre 2007 l'immobile avrebbe dovuto essere bell'e sistemato. Peccato che il cantiere sia andato a rilento e che a fine 2012 la Asl viterbese ha esercitato il diritto di recedere dal contratto.
IL PIANO ATTUALE
In questi mesi, però, ai piani alti della Cittadella hanno valutato la necessità di riprendere in mano la pratica. Così, oltre 4 milioni sono stati recuperati dal finanziamento ex articolo 20 (risorse destinate alla ristrutturazione degli ospedali), mentre oltre un milione proviene dai cosiddetti fondi Alpi (per attività libero-professionale intramuraria). Ma l'iter è ancora all'inizio: manca il bando sui lavori.
«Servirebbe una programmazione a lungo termine da parte della Regione (cui compete il via libera a spendere, ndr). Altrimenti, si rischia di continua a investire male le risorse, sprecandole». Così Malerba che cita i precedenti nel Viterbese: oltre un milione di euro per le sale operatorie di Montefiascone, ospedale poi dismesso; oltre cinque milioni per quelle di Belcolle, ultimate a inizio anno ma ancora chiuse (apriranno solo con l'ultimazione dell'ospedale, visto che il loro ingresso dà sul cantiere dell'ala incompleta).
COSTRUZIONE NUOVA
«Perché - ragiona il sindacalista - non pensare alla proposta lanciata dal sindaco Mauro Mazzola per una struttura nuova, quindi a norma, dove integrare Tarquinia con Civitavecchia? Altrimenti, corriamo il pericolo di disperdere altri fondi. Visto pure che, un esempio, il cantiere per sistemare il tetto di Tarquinia pare sia bloccato per i ritardo nel liquidare i lavori».
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Il Messaggero