Lo hanno ribattezzato «palla di neve», ma l'immagine del treno con il ghiaccio nelle carrozze potrebbe ricordare anche il film Snowpiercer. Ieri mattina i...
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La sorpresa era a bordo. Raccontano in una lettera quelli del Comitato pendolari di Orte parlando di Carri frigo: «Due carrozze erano completamente ghiacciate e con presenza di neve all'interno dei vagoni. Altre, più fortunate, non avevano neve all'interno ma il riscaldamento non riusciva a portare la temperatura interna a valori accettabili. Si viaggiava con cappello e cappuccio al fine di avere un minimo sollievo. Abbiamo segnalato anche pericolose formazioni di ghiaccio in prossimità dei passaggi di intercomunicazione tra un vagone e l'altro». Ovviamente lo stesso disagio è stato vissuto in precedenza da chi è salito su quel treno prima nelle Marche, poi in Umbria.
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CALVARIO
Per i pendolari da lunedì mattina andare al lavoro è un calvario: cancellazioni, ritardi, ricerca affannata di informazioni per capire se si riuscirà a raggiungere l'ufficio o se si potrà tornare a casa. Le due stazioni di Viterbo lunedì e martedì sono state completamente chiuse e isolate. Pure per oggi, anche alla luce degli ultimi bollettini della protezione civile, nel Lazio è stato deciso da Rfi (società di Ferrovie che gestisce le infrastrutture) di proclamare l'emergenza «neve e ghiaccio»: questo significa che su 10 treni solo 7 saranno assicurati. Segnalazioni di disagi arrivano da tutte le stazioni del Lazio. Ieri sera a Ostiense, su nove partenze programmate tra le 19.30 e le 20, cinque erano state cancellate; un sesto treno, diretto a Orte, aveva 25 minuti di ritardo. Pietro Bardoscia, diretto a Cesano: «Sulla banchina tra i tanti in attesa qualcuno urla contro i controllori, ovviamente incolpevoli, altri inveiscono ad alta voci. I più però sono rassegnati».
Se nella Tuscia, dopo la parziale riapertura delle stazioni viterbesi di Porta Romana e Porta Fiorentina, le cancellazioni sono state comunque numerose (la maggior parte dei treni che viaggia sulla linea Viterbo-Roma non andava oltre Cesano), sulla Roma-Civitavecchia i pendolari (oltre 20mila ogni giorno) hanno denunciato lunghissime attese al freddo sulle banchine di stazioni come Ladispoli e Maccarese: «Per due ore di neve, tre giorni di problemi». Andrea Ricci del Comitato Pendolari Roma-Civitavecchia: «Un piano di emergenza non può basarsi solo su interventi di pianificazione della circolazione, dovrebbe anche prevedere interventi di prevenzione e pronto intervento». Altro fronte caldo quello del regionale Napoli-Roma che passa da Formia e Pomezia: ieri ritardi anche di due ore. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero